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Brescia
di GIAMBATTISTA FRANCESCONI 28 feb 2020 09:35

Siamo impreparati

Da una parte il senso di disorientamento, dall’altra la fiducia. Il racconto su Voce dei sacerdoti dell’insolito inizio di Quaresima. Il pensiero del parroco dei Santi Nazaro e Celso e di S. Agata

“Tra il vestibolo e l'altare piangano i sacerdoti, ministri del Signore”… Sono questi i sentimenti che albergano nel mio cuore all’inizio di questa Quaresima 2020. In quaranta sei anni e vent’uno di sacerdozio è la prima volta che celebrerò l’Eucarestia delle Ceneri senza il popolo di Dio, causa questa epidemia che si sta diffondendo in tutto il mondo a macchia d’olio. Da qualche anno la celebrazione serale del Mercoledì delle Ceneri coinvolgeva i bambini\e del catechismo e tutta la comunità parrocchiale. Quest’anno vi si potrà partecipare stando a casa collegati con lo streaming della parrocchia. Questa situazione inaspettata fa nascere dentro di me una riflessione. Il salmo ottavo ci ricorda che l’uomo è creato da Dio come un prodigio, è fatto di poco inferiore agli angeli, ma fa esperienza anche del suo limite, della sua creaturalità, della sua caducità, del suo essere in cammino verso la morte. Il progresso, la tecnica, le scoperte scientifiche se da un lato ci hanno reso capaci di vivere una vita con più dignità, sviluppando la nostra intelligenza e le nostre capacità, dall’altro ci hanno fatto dimenticare ciò che siamo: creature che dipendono dal suo Creatore. Basta un invisibile virus non conosciuto a trasformare la nostra sicumera e saccenza in paura della malattia, della sofferenza, della morte, perché siamo impotenti e impreparati.

In questi giorni sono sospese tutte le attività scolastiche, culturali, ludiche e anche pastorali, tutti gli impegni, tutte le riunioni a livello parrocchiale, zonale, e diocesano.  Improvvisamente mi sono trovato nella possibilità tanto invocata di fare il prete, di poter stare con calma in Chiesa senza la fretta e l’urgenza delle cose pratiche da gestire.  Sebbene non vedo più fisicamente la comunità tocco con mano la comunione spirituale che si sta creando attraverso la preghiera e la condivisione che viviamo ogni giorno attraverso il Rosario e la Santa Messa trasmessa in streaming.

Ho apprezzato la possibilità di poter tenere aperte le nostre chiesa, perché i parrocchiani hanno bisogno di trovare un luogo dove incontrare il Signore, affidarsi a Lui attraverso l’intercessione di Maria la Madre del Signore. Nelle tre chiese che fanno riferimento alle due parrocchie affidatemi è bello notare come Maria sia stata invocata da centinaia d’anni come la Madonna della salute, come colei che intercede per ottenere Miracoli e come madre di Misericordia per i suoi figli amati. Questi titoli sembravano appartenere ad un passato anacronistico e invece ritornano nella loro attualità.

Ci prepariamo a vivere la prima domenica di Quaresima senza la possibilità della Santa Messa celebrata con le nostre comunità, infatti le nostre Messe saranno chiuse alla partecipazione dei fedeli. Pur capendone le motivazioni non posso nascondere il mio rammarico e la mia tristezza. Sto ascoltando diversi parrocchiani un po’ risentiti perché vedono da un lato supermercati affollati da tante persone con carelli pieni per fare provvista di cibo, hanno preso atto della possibilità data ai cittadini di frequentare bar, ristoranti e negozi e poi il diniego di poter celebrare l’Eucarestia domenicale, nelle nostre chiese che, essendo così monumentali e avendo così tante celebrazioni, non vedono una folla così numerosa. Certo è l’occasione per apprezzare un dono che il Signore ci ha fatto da duemila anni, dono che ci è stato dato con abbondanza e che forse eravamo abituati ad avere in modo scontato.

Quest’anno possiamo dire che la quaresima porta in sé il suo cammino penitenziale già carico di impegno e trepidazione. Speriamo e preghiamo perché questo tempo di ristrettezze possa finire al più presto soprattutto che le persone coinvolte possano trovare una pronta guarigione e si fermi la diffusione della malattia.

Mai come in questi giorni dobbiamo pregare e ed essere riconoscenti per tutto quello che fanno i nostri amministratori e soprattutto il personale medico e infermieristico perché si prodigano per la salute dei malati mettendo in pericolo la loro vita.

E’ urgente non avvallare paure e fobie esagerate che portano a vivere questa situazione con apprensione e poco spirito evangelico. Faccio mia l’antifona d’ingresso che apre la celebrazione del mercoledì delle Ceneri: Tu ami tutte le creature, Signore, e nulla disprezzi di ciò che hai creato; tu dimentichi i peccati di quanti si convertono e li perdoni, perché tu sei il Signore nostro Dio. Confidiamo nella misericordia e protezione del Signore perché doni a noi e a tutta l’umanità vita e salute.

GIAMBATTISTA FRANCESCONI 28 feb 2020 09:35