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di REDAZIONE 06 giu 2018 13:11

Un appello per restare in Europa

Da Brescia viene lanciato un accorato appello per il mantenimento dell’Italia in Europa. Sono 170 i firmatari

Una delle caratteristiche dello spirito europeo è la razionalità critica, e se vi è un sintomo che più di ogni altro dimostra la deriva che sta prendendo l’Italia è il suo abbandono nel dibattito politico. Ogni ragionamento di tipo argomentativo è rifiutato a priori con sarcasmo direttamente proporzionale alla indimostrabilità di slogan urlati e ripetuti ossessivamente.

I gruppi dirigenti della Lega e del Movimento 5 Stelle hanno la grandissima responsabilità di aver fatto perdere all’Italia in poche settimane gran parte della credibilità che si era conquistata in questi anni. Infatti come si può ottenere la fiducia delle famiglie e degli investitori quando nella prima bozza del contratto di governo si ipotizzava di chiedere alla BCE di cancellare 250 miliardi di titoli di Stato, mentre nella versione definitiva si prevedono azioni senza copertura finanziaria per oltre 100 miliardi? Infine, cosa si voleva ottenere proponendo a ministro dell’economia Paolo Savona, il quale ha teorizzato l’uscita dall’euro e la svalutazione della lira in un week end?

Alcuni punti sui quali vale la pena di riflettere:

1. Sino a solo quindici giorni fa, prima delle anticipazioni su alcuni contenuti del programma di governo Lega-Cinque Stelle, il rendimento dei titoli di Stato italiani con scadenza sino ai tre anni era negativo; in pratica il Tesoro italiano poteva rimborsare meno del capitale preso a prestito. Una condizione straordinariamente utile ad un Paese come il nostro abituato a pagare ai detentori dei titoli (nostri creditori) elevati interessi, possibile solo per l’ancoraggio all’euro ed a politiche serie di controllo del deficit pubblico.

2. Per un paese con 2.300 miliardi di debito pubblico, aumentare dell’1% gli interessi sul debito significa a regime pagare ben 23 miliardi all’anno di maggiori costi, sottratti alla spesa sociale, alla sanità pubblica, agli investimenti nelle infrastrutture, alla possibilità di nuovi interventi sulle famiglie o il disagio sociale. Qualunque azione che vada nella direzione di far lievitare il costo per interessi sul debito vanifica ogni possibilità di ridurre la pressione fiscale ed aumentare la spesa sociale.

3. La grande parte dei sottoscrittori dei titoli di stato italiani siamo tutti noi, direttamente per gli investimenti fatti in passato in bot e btp, indirettamente tramite i fondi comuni di investimento o le polizze assicurative. Creare incertezza, o peggio minacciare l’uscita dall’euro, significa mettere a rischio i nostri risparmi e vanificare tutti i sacrifici fatti negli anni della recessione.

4. Non è l’Europa che determina le scelte di ogni giorno degli investitori italiani ed esteri che devono decidere dove meglio allocare i risparmi dei loro clienti in un mondo globalizzato nel quale si può tranquillamente investire altrove rispetto al mercato italiano. L’appartenenza dell’Italia all’Unione Europea ha semmai garantito sinora la tutela del debito pubblico ed un basso livello di interessi pagati ai sottoscrittori dei titoli.

5. L’Europa la si cambia dal di dentro mettendo le nostre migliori risorse nelle istituzioni per garantire scelte e normative che tutelino i legittimi interessi del nostro Paese. Questa è la vera sfida del nostro paese, non la fuga dalle responsabilità nei confronti della comunità internazionale, dei nostri cittadini e delle più giovani generazioni.

Le vie per allentare i vincoli inevitabili che l’enorme debito pubblico pone al nostro Paese non sono miracolistiche. Sono quelle perseguite dagli ultimi governi: riduzione del debito pubblico, lotta all’evasione, sviluppo delle imprese.

I partiti populisti vogliono farci uscire dall’euro non dichiarandolo in maniera manifesta, ma adottando comportamenti contrari ai patti sottoscritti al momento della sua introduzione. Questo comporterà - come ha detto pochi mesi fa a Brescia Massimo Bordignon, membro dell’European Fiscal Board -, un impoverimento generale del Paese con un’inflazione alle stelle e drammatiche riduzioni dei servizi sociali e del valore delle pensioni e dei risparmi.

I leader della Lega e del Movimento 5 Stelle stanno giocando con il futuro nostro e dei nostri figli solo per ragioni di potere con una irresponsabilità pari solo alla loro arroganza.

Forse in questo momento va ricordato quanto ha detto Umberto Eco, in un famoso intervento alla Columbia University il 25 aprile del 1995, sul “fascismo eterno”, che è intorno a noi, con abiti civili, e può ritornare sotto le spoglie più innocenti. Eco ci ha anche fornito una lista delle caratteristiche per smascherarlo, alcune delle quali ci paiono quanto mai attuali: il sospetto verso la cultura, “la paura della differenza” e la mobilitazione contro gli intrusi, l’appello alle classi medie frustrate dalla crisi economica, “il nazionalismo e l’ossessione del complotto possibilmente internazionale”, il popolo concepito come una “volontà monolitica” che esprime la “volontà comune”, la messa in dubbio e il discredito delle istituzioni liberali.

C’è di che essere seriamente preoccupati.



I firmatari: 

Filippo Perrini

Giacomo Canobbio

Pier Giordano Cabra

Tino Bino

Maurizio Faroni

Isabella Adinolfi

Umberto Galimberti

Salvatore Veca

Fulvio De Giorgi

Filippo Fasser

Michel Eggimann

Rocco Margherita

Roberto Tagliani

Roberto Garaventa

Paolo Bettiolo

Silvano Corli

Gianenrico Manzoni

Paolo Corsini

Paolo Panteghini

Luca Ghisleri

Felice Scalvini

Francesca Bazoli

Ilario Bertoletti

Alberto Franchi

Aldo Ungari

Emilio Del Bono

Federico Manzoni

Maria Villa Allegri

Angelo Onger

Angelo Bertani

Annachiara Valle

Dante Daniele Buizza

Giovanna Giordani

Marina Berlinghieri

Michele Busi

Anselmo Palini

Alfredo Bazoli

Giuseppe Cantillo

Gianpaolo Farina

Anna Belleri

Roberto Manzoni

Romeo Arnaud

Laura D'Incà

Angelo Cabra

Giulia Pagliari

Massimo Pagliari

Francesco Farina

Petra Magdowski

Davide Dainese

Licio De Clara

Ornella Paolini

Marangone Massimo

Ezio Gulberti

Giuliana Cavagnola

Alberto Arrighini

Laura Fasani

Mariasilvia Ferrari

Anna Pagliari

Silvia Fanelli

Letizia Barozzi

Salvatore Del Vecchio

Federico Bordonaro

Anna Paola Franchi

Marco Faini

Matteo Ciarli

Carlo Picco

Nuvola de Capua Rivolta

Laila Bellini

Maria Gardini

Barbara Franchi

Marta Perrini

Armida Sisti

Giampietro Messali

Angiolina Perderzani

Simone Antonioli

Carmela Perrucchetti

Fausto Moreschi

Adriano Lorenzi

Federica Fasciolo

Claudio Baroni

Silvia Piccolotto

Mariagrazia Dusi

Margherita Bianchetti

Marzia Vacchelli

Lucia Valer

Alberto Zigoni

Daniela Pietrobon

Massimo Chiappa

Giuliana Belleri

Alessandro Lombardi

Antonio Pagliari

Donatella Zinetti

Renzo Fracassi

Angelica Pagliari

Federica Nassini

Valter Chiari

Cristina Isceri

Lucilla Perrini

Rocco Tinnirello

Ugo Morandi

Maria Luisa Morando

Alessandra Dusi

Chiara Caprioli

Valeria Facchi

Sabrina Zanoni

Maria Mirani

Gabriella Arici

Stefania Isceri

Claudio Gogna

Mariantonietta Isceri

Maria Laura Savoldi

Michelangelo Ventura

Camilla Farina

Maurilio Lovatti

Angelo Zorzi

Francesco Zanatta

Giovanna Piotti Materossi

Gabriella Bruno Bossio

Claudio Barbacovi

Lorenzo Desalvo

Giampiero Girardi

Giulia Cara

Tommaso Gardini

Chiara Brigandì

Ivana Maria Padoan

Pierangelo Bianco

Livia De Carli

Sandra Simonelli

Mariella Mentasti

Elena Forbek

Flavio Bortoli

Eleonora Bortoli

Beatrice Bortoli

Fabio Pluda

Laura Bignotti

Francesco Mantovani

Caterina Benedini

Patrizia Salvadori

Federico Foglio

Bruno Saleri

Elisabetta Danieli

Maria Belleri

Annalisa Sutera

Mattia Pittau

Corrado Franchi

Bruno Saleri

Sofia De Gregorio

Paola Bonometti

Fabio Volpi

Donatella Melloni

Daniele Ambrosini

Filippo Bellomira

Armando Gardini

Simonetta Bonvicini

Paolo Guidetti

Alessandra Corna Pellegrini

Andrea Guidetti

Marco Guidetti

Primarosa Bosio

Bianca Simoni

Tommaso Gaglia

Alessandro Franchi

Rodolfo Rossi

Paola Donati

Andrea Bellotto

Anna Manzoni

Anna Gioli

Massimo Migliorati

Sonia Agnesini

Alessandro Duina

Alessandro Franchi

Angelo Balsamo

REDAZIONE 06 giu 2018 13:11