lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
Brescia
di LAURA DI PALMA 18 ago 2022 11:46

Don Pischedda: Un Vangelo incarnato

Intervista a don Michele Pischedda nuovo parroco del Buon Pastore, di San Francesco da Paola e di Santo Stefano in città

Don Michele Pischedda, classe 1971, è stato nominato parroco delle parrocchie cittadine del Buon Pastore, di San Francesco da Paola e di Santo Stefano. Ordinato sacerdote nel febbraio 1998, don Pischedda ha vissuto i primi anni del suo sacerdozio nella Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri, per essere poi incardinato in Diocesi nel 2019. Dal 2018 è stato presbitero collaboratore delle parrocchie di Poncarale e Borgo Poncarale. Con la nuova nomina, che lo vede succedere a don Giovanni Lamberti, vivrà la prima esperienza da parroco.


Don Michele, com’è nata la sua vocazione?

Sono nato a Brescia e ho sempre vissuto in centro storico, frequentando, negli anni, varie parrocchie: da quella dedicata ai Santi Nazaro e Celso, a San Gottardo, fino a Sant’Afra. La mia vocazione è nata senza dubbio in ambiente parrocchiale, frequentando gli oratori e il gruppo Scout BS1, che ha sede presso l'oratorio della Pace. Sono quindi entrato in seminario dopo la Maturità, portando avanti lì gli studi teologici ma vivendo da subito all’interno della Congregazione di San Filippo Neri.


Cos’ha imparato dalle esperienze che ha vissuto in questi anni?

Sono stato ordinato sacerdote dal vescovo Bruno Foresti. In questi anni di sacerdozio ho vissuto svariate esperienze: a Roma sono stato inviato in due parrocchie, una nel quartiere della Garbatella e un’altra in pieno centro storico, operando in modo diverso in ognuna di esse. Ho lavorato a lungo nella scuola, come insegnante di religione e, tuttora, come docente universitario. Dal 2007 al 2011 sono stato inoltre assistente spirituale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, a Brescia e, successivamente, Assistente nazionale della Federazione universitaria cattolica italiana (Fuci). Da sempre devo dire di essermi sentito fortunato per aver avuto le opportunità di incontrare tante persone e tanti credenti che mi hanno dato testimonianza della loro fede e quella di mettermi in ascolto della Parola di Dio con le comunità che ho servito. Come ci insegna il Vescovo, ho imparato a mettere al centro della vita la Parola unendovi l’impegno nella testimonianza alla carità, l’attenzione ai fratelli e alle sorelle che, a loro volta non ho mai visto distratti verso gli altri. Ritengo inoltre importante la capacità di saper entrare in relazione con gli altri.


Quali sono le attenzioni che sta pensando di mettere nella sua pastorale da parroco?

Questi anni segnati dalla pandemia in corso hanno senza dubbio cambiato il volto delle nostre parrocchie. Considero molto importante il fatto che ogni parrocchia debba diventare una comunità nella comunità più ampia, in cammino verso le unità pastorali. Porrò particolare attenzione alle persone, perché sono convinto che ognuna di loro porti con sé un proprio vissuto personale, da conoscere e rispettare. Il mio compito sarà dunque quello di conoscere i miei parrocchiani, annunciando loro il Vangelo e incarnandolo nella realtà in cui sarò inserito.


Don Michele, c’è un versetto o una frase di Vangelo o delle Sacre Scritture a cui si sente particolarmente legato?

Più che una frase in particolare, mi sento legato e guidato da un’espressione tratta dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Romani, che recita:”‘Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?”. Noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio.


C’è qualcosa che vuole dire ai suoi nuovi parrocchiani?

Sì, voglio dire che arriverò tra loro in punta di piedi, portando con me un grande desiderio di incontrarli. A loro chiedo di essere clementi e di lasciarmi un piccolo spazio nella loro vita, affinché possiamo camminare insieme sulla via che il Signore ha scelto per noi.

LAURA DI PALMA 18 ago 2022 11:46