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Brescia
di REDAZIONE 18 lug 2018 07:53

Una nuova città nel Bresciano

Secondo il rapporto Ispra, nel 2017 sono stati consumati tra Brescia e provincia 78 ettari di territorio, un'estensione pari a un Comune delle dimensioni di Palazzolo o Rovato

Una nuova città, di medie dimensioni (come Palazzolo o Rovato), cresciuta in soli dodici mesi. È questo il dato bresciano che emerge dal Rapporto Ispra 2018, lo studio che di anno in anno certifica il consumo di solo in Italia. Nel Bresciano, dunque, il terreno utilizzato per realizzare abitazioni, impianti industriali, infrastrutture e altro ancora è stato pari a 78 ettari, esattamente l'estensione di una città di medie dimensioni.

Il dato bresciano contribuisce al consumo di territorio che su scala nazionale lo scorso anno si è "fermato" a 52 kmq. Praticamente, si legge nel rapporto, è come se ogni ora in Italia si realizzasse una piazza Navona.

Il rapporto Ispra parla di "consumo di suolo ad oltranza che  continua ad aumentare anche nel 2017, nonostante la crisi economica. Tra nuove infrastrutture e cantieri (che da soli coprono più di 3.000 ettari), si invadono aree protette e a pericolosità idrogeologica sconfinando anche all’interno di aree vincolate per la tutela del paesaggio - coste, fiumi, laghi, vulcani e montagne – soprattutto lungo la fascia costiera e i corpi idrici, dove il cemento ricopre ormai più di 350mila ettari, circa l’8% della loro estensione totale (dato superiore a quello nazionale di 7,65%)".

I rapporto l “Consumo di Suolo in Italia 2018” è stato presentato ieri alla Camera dei Deputati. In questa edizione, l’Istituto aggiorna i dati e approfondisce gli studi analizzando anche il territorio compromesso dai cantieri all’interno delle aree vincolate. Quasi un quarto (il 24,61%) del nuovo consumo di suolo netto tra il 2016 e il 2017, avviene all’interno di aree soggette a vincoli paesaggistici. Di questo, il 64% si deve alla presenza di cantieri e ad altre aree in terra battuta destinate, in gran parte, alla realizzazione di nuove infrastrutture, fabbricati - non necessariamente abusivi - o altre coperture permanenti nel corso dei prossimi anni. I nuovi edifici,già evidenti nel 2017, soprattutto nel Nord Italia, rappresentano il 13,2% del territorio vincolato perso nell’ultimo anno. Spostandosi sul fronte del dissesto idrogeologico, il 6% delle trasformazioni del 2017 si trova in aree a pericolosità da frana – dove si concentra il 12% del totale del suolo artificiale nazionale – ed oltre il 15% in quelle a pericolosità idraulica media. Il consumo di suolo non tralascia neanche le aree protette: quasi 75 mila ettari sono ormai totalmente impermeabili, anche se la crescita in queste zone è ovviamente inferiore a quella nazionale (0,11% contro lo 0,23%).

A livello provinciale, al centro e nel Nord Italia si concentrano le province con l’incremento più alto nel 2017. Sissa Trecasali (Parma), con una crescita che supera i 74 ettari, è il Comune italiano che ha costruito di più nell’ultimo anno, principalmente a causa della realizzazione della nuova Tirreno-Brennero. Tutto questo ha un prezzo e ammonta a circa 1 miliardo di euro se si prendono in considerazione solo i danni provocati, nell’immediato, dalla perdita della capacità di stoccaggio del carbonio e di produzione agricola e legnose degli ultimi 5 anni.

Tre infine gli scenari al 2050 (data stabilita per l’azzeramento del consumo di suolo) ipotizzati dall’Ispra: il primo, in caso di approvazione della legge rimasta ferma in Senato nella scorsa legislatura, vede associarsi ad una progressiva riduzione della velocità di trasformazione una perdita di terreno pari a poco più di 800 km2 tra il 2017 e il 2050. Il secondo, stima un ulteriore consumo di suolo superiore ai 1600 km2 nel caso in cui si mantenesse la velocità registrata nell’ultimo anno. Nel terzo scenario si arriverebbe a superare gli 8mila km2 (superficie pari a quella dei 500 comuni più grandi in Italia partendo da Roma in giù fino a Policoro) nel caso in cui la ripresa economica portasse di nuovo la velocità a valori medi o massimi registrati negli ultimi decenni. Sarebbe come costruire 15 nuove città ogni anno fino al 2050.

Per quanto riguarda il consumo di suolo nel Bresciano un contributo determinante al raggiungimento della quota 78 ettari arriva dai Comuni di Montichiari, Montirone, Travagliato, Ghedi, Desenzano, Castenedolo, Castegnato, Berlingo e Bagnolo Mella. Tra Brescia e provincia, ormai, il territorio urbanizzato ammonta all'11,5% del totale.

REDAZIONE 18 lug 2018 07:53