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di ROMANO GUATTA CALDINI 21 dic 2019 09:27

Uno spazio per rinsaldare i legami

Inaugurato ieri lo Sportello di ascolto e consulenza, per ex detenuti e famigliari, che Fiducia e Libertà ha voluto aprire in vicolo Paitone n. 47 (traversa di via Capriolo) a Brescia

Quanti padri, oggi, riflettono sul proprio ruolo, sui propri sbagli, tentando di riallacciare i rapporti, talvolta segnati, con i figli? A Brescia questo avviene in un luogo dove perfino un abbraccio paterno è quasi l'eccezione alla regola. Si tratta della Casa circondariale - Nerio Fischione, dove l'associazione Fiducia e Libertà, nel novembre scorso, ha avviato un laboratorio di genitorialità che vede coinvolti 30 detenuti. Il radicamento della realtà associativa presieduta da Danila Biglino si è ulteriormente rafforzato con l'inaugurazione, martedì 20 dicembre, dello Sportello di ascolto e consulenza, per ex detenuti e famigliari, ospitato nella sede di vicolo Paitone n. 47 (traversa di via Capriolo) a Brescia. “Fiducia e Libertà” ha quindi la sua sede nel cuore pulsante di Brescia, fornendo in tal modo continuità a un progetto reso possibile grazie al sostegno ricevuto dall’Assessore alle Pari Opportunità del Comune di Brescia, Roberta Morelli, e al contributo di Ubi Banca, Fondazione Oltre di Cuore Amico e Fondazione Bonoris.

“L’idea di realizzare uno Sportello come quello inaugurato oggi – ha esordito la Presidente di Fiducia e Libertà, Danila Biglino - è dettata anche dalla volontà di dare continuità ai laboratori di genitorialità che si svolgono attualmente per i detenuti in carcere. Un ringraziamento particolare a chi ha contribuito alla realizzazione di questo luogo, al sostegno ricevuto dall’Assessore alle Pari Opportunità del Comune di Brescia, Roberta Morelli, e ai volontari che dedicano il loro tempo per le attività dell’Associazione”. Lo Sportello è aperto il martedì e il giovedì, dalle 9.30 alle 12.30, il sabato si riceve su appuntamento (per maggiori informazioni 3200004943, assfiduciaeliberta@libero.it).

Il laboratorio consiste in due percorsi, rivolti a due gruppi distinti di detenuti: un “percorso di parola”, condotto dal dott. Bruno Barbieri, e uno di scrittura autobiografica, guidato dallo psicologo Beppe Pasini. Le attività si protrarranno sino a giugno, con cadenza quindicinale. “Si affrontano le tematiche relative alla paternità - ha sottolineato Pasini - all'essere padri ma, al contempo, all'essere figli. I detenuti, attraverso la scrittura, possono così elaborare un vissuto spesso complesso, affrontando una realtà difficile e dolorosa”. Se la scrittura e l'autoanalisi hanno il loro peso, anche il cinema e il teatro possono essere strumenti validi per riflettere sul proprio ruolo di padre. E' in questo contesto che si muovono le tre “incursioni” in calendario condotte da Davide Bonera. “Attraverso diverse parole chiave proporrò alcuni spettacoli teatrali o proiezioni di film leggeri, piacevoli, ma di certo non banali”. Qualche titolo? “Mrs.Doubtfire”, “Million dollar baby” o il meno conosciuto “Il ritorno” di Andrei Zvyagintsev, la storia di due fratelli che devono confrontarsi con le emozioni scaturite dall'improvviso ritorno del padre, dopo dodici anni di "latitanza". Quello stesso carico di emozioni che potrebbe affrontare un ragazzo o una ragazza bresciana, vedendosi recapitare una lettera del padre, magari assente da tempo, frutto del laboratorio avviato dall'associazione “Fiducia e Libertà”. E' qui che risiede la forza del progetto.



ROMANO GUATTA CALDINI 21 dic 2019 09:27