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Brescia
di GIULIA FILIPPINI 25 ott 2018 09:47

L'anima buona del Sezuan

Il primo spettacolo del Ctb è stato martedì 23 ottobre alle 20.30, cioè "L'anima buona del Sezuan" di Bertold Brecht, con la regia di Elena Bucci e Marco Sgrosso. Lo spettacolo resterà in scena al teatro Sociale fino al 4 Novembre

La stagione teatrale del Ctb si è aperta martedì 23 ottobre alle 20.30 con un grande classico: "L'anima buona del Sezuan" di Bertold Brecht con la regia di Elena Bucci e Marco Sgrosso, che resterà in scena al teatro Sociale fino al 4 Novembre. Sul palcoscenico con i due registi anche Maurizio cardillo, Andrea De Luca, Nicoletta Fabbri, Federico Manfredi, Francesca Pica, Valerio Pietrovita e Marta Pizzigallo a portare sul palcoscenico una favola tanto amara e triste quanto attuale. Brecht con "L'anima buona del Sezuan" esorta il pubblico a riflettere su cosa effettivamente siano il bene e il male soffermandosi anche sul tema del doppio, per sottolineare quanto anche le persone in apparenza più buone e ben intenzionate abbiano una zona d'ombra dentro di sè.

Protagonista dell'opera è Shen-Tè interpretata da Elena Bucci. Shen-Tè è una prostituta che riceve per via della sua generosità delle monete d'argento da tre Dei, che le consentono di risollevarsi dalla sua disonorevole situazione. In cambio di questo dono Shen-Tè promette di essere sempre buona e altruista con chiunque dovesse aver bisogno del suo aiuto. La ragazza, però, per via della sua ingenuità ed eccessiva disponibilità viene ripetutamente calpestata, sfruttata e abbindolata. Come accennato in precedenza tutti i personaggi dell'opera hanno, però, un doppio. L'alterego della protagonista stessa si manifesta quasi per legittima difesa. è suo cugino Shui-Tà un affarista cinico che si discosta parecchio dall'immagine di bontà che la ragazza trasmette di sè ai suoi compaesani. Personaggi sfaccettati e controversi sono anche l'aviatore innamorato Yang Sun e l'acquaiolo Wang entrambi interpretati da Marco Sgrosso. L'opera si conclude con l'inaspettata preghiera che la protagonista rivolge al cielo, simbolo dell'ingiustizia e della miseria che regnano nel mondo alle quali una persona sola non può porre rimedio.

Marco Sgrosso e Elena Bucci hanno riadattato "l'anima buona del Sezuan" utilizzando un linguaggio che oscilla tra recitazione e canto: la canzone è stata utilizzata come punto di "rottura" o come pretesto per cambiare scena e smorzare i toni e i personaggi si sono mossi in uno spazio caratterizzato da una scenografia semplice ma di impatto composta da una grande luna (in alcuni momenti bianca e in altri rossa) e da strutture in legno composte da sottili assi facilmente spostabili anche durante la rappresentazione. La musica, eseguita interamente dal vivo da Christian Ravaglioli si è fusa completamente con l'opera, quasi a riportare lo spettatore nella provincia cinese di Sichuan in cui è ambientata la triste favola ed è stata curata dal drammaturgo del suono Raffaele Bassetti in grado di adattare perfettamente la musica al testo teatrale. Il disegno delle luci è stato, invece, creato da Loredana Oddone. Interessante l'utilizzo delle maschere bianche alternate ai volti, quasi a sottolineare il gioco di trasfigurazioni e scambi che caratterizza l'intera opera. I personaggi risultano quasi parodiati e le loro caratteristiche predominanti sono partate all'estremo. Questo spettacolo è inserito nella stagione di prosa 2018/2019 ed è soltanto il primo di undici produzioni in programma, fra cui ricordiamo Le rane con Ficarra e Picone, la Tempesta con Lucilla Giagnoni, bheetoven non è un cane, le baruffe chiozzate e molto altro ancora.

GIULIA FILIPPINI 25 ott 2018 09:47