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Capriolo
di REDAZIONE 03 ott 2019 09:01

La tragedia dei cristiani d'Oriente

Il 5 ottobre alle 16.30 presso la sala convegni del Museo Agricolo e del Vino Ricci Curbastro di Capriolo, via Adro 37, ingresso libero, si svolgerà il convegno “Dal Peccato dei padri alla Tomba di Dio: storia e tragedia dei Cristiani d'Oriente”. Giulio Meotti e Siobhan Nash-Marshall dialogheranno con Antonia Arslan approfondendo il tema dell’eccidio dei cristiani d’ Oriente

Il 5 ottobre alle 16.30 presso la sala convegni del Museo Agricolo e del Vino Ricci Curbastro di Capriolo, via Adro 37, ingresso libero, si svolgerà il convegno “Dal Peccato dei padri alla Tomba di Dio: storia e tragedia dei Cristiani d'Oriente”. Giulio Meotti e Siobhan Nash-Marshall dialogheranno con Antonia Arslan approfondendo il tema dell’eccidio dei cristiani d’ Oriente. Nell’indifferenza generale “è stata posta la soluzione finale della questione cristiana” scrisse Bernard-Henry Lévy all’indomani della distribuzione a Mosul del volantino dello Stato Islamico. Ai cristiani due alternative: o la morte o la conversione forzata all’Islam. “Quando in una notte 100.000 persone lasciano le loro case per non abiurare alla loro fede, le case vengono marchiate, i beni sequestrati e chi resta va incontro o a morte o a un destino di sottomissione, puoi usare mille termini - pogrom, genocidio culturale, pulizia etnico religiosa, raid - tutto il vocabolario del peggior novecento in quella notte tornò perfettamente incarnato” scrive Giulio Meotti nel suo saggio La Tomba di Dio. Ed ancora “. Il loro obiettivo era sradicare tutto ciò che non era islamico e l’hanno raggiunto. Anche perché le persecuzioni dei cristiani non sono iniziate con l’Isis. Per esempio a Bagdad c’era Al Qaeda, in Turchia i lupi solitari, in Egitto i fratelli musulmani che organizzavano pogrom anti-cristiani. Tanti nomi, tante bandiere, ma è sempre la stessa cosa, sotto c’è l’islam radicale…, stanno bruciando le radici cristiane, della nostra identità. Il monachesimo è nato in Egitto, la musica cristiana è nata in Siria, i primi concili ecumenici si sono tenuti in Turchia. Quando a Mosul gli islamici hanno impedito di celebrare la Messa, hanno interrotto qualcosa iniziato duemila anni fa, e non è successo per caso”. Cosi come “Non è un caso che il genocidio armeno sia stato replicato così presto e tanto meticolosamente dai nazisti. (…) Se era stato permesso ai turchi, perché non ai tedeschi?” fa eco Siobhan Nash-Marshall autrice de I peccati dei Padri. Già un secolo fa in Turchia si compì un genocidio volto ad “eliminare ogni traccia di armenità: le vite degli armeni, i cimiteri armeni, la cultura armena, la storia armena, l’architettura armena, i nomi armeni (…) Il genocidio è un esempio tremendo e radicale di male morale” ma “Il genocidio non si conclude con la sua ultima vittima umana: la negazione continua il processo genocidario”. Fa loro eco Antonia Arslan, l’autrice de La Masseria delle Allodole, libro e film di grandissimo successo, “all’improvviso ebbi la percezione che dovevo parlare dell’olocausto armeno prima che i vecchi sopravvissuti morissero. Una necessità scaturita dai precordi” «Quello sterminio mi ha tolto qualsiasi forma di ansietà. Non mi agito per nulla, mai, perché penso a ciò che accadde ai miei progenitori e mi dico che il peggio del peggio lo abbiamo già vissuto. Credo che ogni individuo abbia dentro di sé un lago profondo, da cui trae forza. A me pare di ritrovarla quando ascolto il nostro canto di comunione, Der voghormia, Dio abbi pietà». Proprio per questo tutto quanto accade intorno a noi, quanto accade ai cristiani del mondo islamico non può essere taciuto e dimenticato.

Giulio Meotti, firma storica del Foglio ove scrive dal 2003, si è laureato in Filosofia. Ha scritto per il Wall Street Journal. È autore di quattro libri su Israele, alcuni tradotti in più lingue. È sposato. Ha due figli. Il suo ultimo libro La tomba di Dio è un saggio possente sulla tragedia dei cristiani d’Oriente. Siobhan Nash-Marshall insegna filosofia al Manhattanville College di New York, dove è anche presidente del Dipartimento di filosofia. Ha conseguito dottorati alla Fordham University di New York e all’Università cattolica di Milano. È autrice di numerosi libri e saggi, risultati delle sue ricerche nel campo della metafisica, della recettività dell’intelletto e della filosofia medievale. Attualmente si sta occupando del tema del male e tra i suoi interessi scientifici figurano anche il genocidio armeno e il negazionismo, sui quali ha tenuto numerose conferenze internazionali. Antonia Arslan (nella foto), scrittrice e saggista italiana di origine armena. Laureata in archeologia, è stata professore di Letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università di Padova. È autrice di saggi sulla narrativa popolare e d’appendice (Dame, droga e galline. Il romanzo popolare italiano fra Ottocento e Novecento) e sulla galassia delle scrittrici italiane (Dame, galline e regine. La scrittura femminile italiana fra ‘800 e ‘900). Attraverso l’opera del grande poeta armeno Daniel Varujan, del quale ha tradotto le raccolte II canto del pane e Mari di grano, ha dato voce alla sua identità armena. Ha curato un libretto divulgativo sul genocidio armeno (Metz Yeghèrn, Il genocidio degli Armeni di Claude Mutafian) e una raccolta di testimonianze di sopravvissuti rifugiatisi in Italia (Hushèr. La memoria. Voci italiane di sopravvissuti armeni). Nel 2004 ha scritto il suo primo romanzo, La masseria delle allodole (Rizzoli), che ha vinto il Premio Stresa di narrativa e il Premio Campiello e il 23 marzo 2007 è uscito nelle sale il film tratto dall’omonimo romanzo e diretto dai fratelli Taviani. La strada di Smirne (Rizzoli) è del 2009. Nel 2010, dopo una drammatica esperienza di malattia e coma, scrive Ishtar 2. Cronache dal mio risveglio (Rizzoli). Nel 2010 esce per Piemme Il cortile dei girasoli parlanti. Il libro di Mush, sulla strage degli armeni di quella valle avvenuta nel 1915, è pubblicato da Skira nel 2012. Nel 2015 Il rumore delle perle di legno il terzo capitolo della storia familiare.

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