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Brescia
di MAURO CINQUETTI 11 dic 2018 10:03

40 anni di Scuola di teologia per laici

Il 2 dicembre 1978 iniziava a Brescia la Scuola di Teologia per laici. La Voce del Popolo del 27 ottobre 1978 lo annunciava attraverso la penna di don Felice Montagnini. Sabato 15 dicembre alle 15 la lectio magistralis del Vescovo che inviterà a riscoprire la vocazione battesimale

Quaranta ha un significato simbolico nella Bibbia: i quarant’anni di Mosé, i quarant’anni nel deserto, i quaranta giorni di Gesù nel deserto… Il numero dice un tempo lungo, dice maturazione, la fine di una stagione lunga e l’inizio di un’altra.

Il 2 dicembre 1978 iniziava a Brescia la Scuola di Teologia per laici. La Voce del Popolo del 27 ottobre 1978 lo annunciava attraverso la penna di don Felice Montagnini: «Durante il convegno sacerdotale dello scorso settembre è stata annunciata ufficialmente l’apertura di una scuola regolare di Teologia destinata principalmente ai laici».  Don Felice sottolineava la novità dell’iniziativa soprattutto nel fatto che essa nasceva dal Seminario: «il Seminario – scriveva – si è sentito più che mai in dovere di rendere alla chiesa bresciana un servizio culturale che aiuti ad andare oltre le emozioni e a capire meglio ciò che stiamo vivendo e ciò che ci attende». La scuola si configurava come un «servizio, all’insegna del rigore scientifico e della capacità di accogliere quanto la storia ci propone».

Il settimanale diocesano ritornava sul tema un mese dopo: il 17 novembre 1978 sempre don Felice, accanto alla pubblicazione delle norme generali della scuola, le note organizzative (l’iscrizione allora costava 50000 lire), sottolineava come essa voleva essere «occasione per approfondire la conoscenza del cristianesimo» e che l’iniziativa aveva riscosso simpatia a causa della «caratteristica saliente del tempo in cui siamo chiamati a vivere, cioè nel desiderio di partecipare attivamente alla vita associativa, civile o ecclesiastica che essa sia». Tale desiderio di partecipazione attiva era conseguenza del Concilio, nel quale, secondo don Felice, «la Chiesa ha superato definitivamente la tentazione a raccogliersi in un ghetto clericale e ha preso ulteriormente coscienza di essere popolo di Dio». Due finalità erano indicate allora: «conoscere ciò di cui si è venuta arricchendo la rivelazione e il pensiero cristiano; reagire, scoprendo nuove virtualità di questo stesso pensiero».

Sono passati esattamente 40 anni e la storia è molto cambiata. Ancora molta è la strada da compiere per interiorizzare lo spirito del Concilio e il senso della chiesa come Popolo di Dio e forse non è ora così evidente il desiderio di partecipazione attiva tra i fedeli. Resta comunque l’esigenza di formare una fede pensata nei cristiani: non è certo un mistero che si prospetta un forte ridimensionamento numerico del clero nei prossimi anni e diventa sempre più necessario coinvolgere i laici nella pastorale e nell’evangelizzazione; c’è poi la cultura che, sempre più secolarizzata, rende necessario non dare per scontata la nostra fede. Se nel 1978 erano i laici a rivendicare spazio e risorse per avere voce in una chiesa in cui il clero era ancora saldamente radicato, oggi è la chiesa tutta che è chiamata a investire nella formazione dei suoi figli (laici, religiosi, presbiteri), riscoprendo il sacerdozio battesimale che abilita ogni figlio di Dio a essere re, sacerdote e profeta. Così ci troviamo, 40 anni dopo, forse con un po’ meno entusiasmo, ma con la consapevolezza che la strada intrapresa non può essere abbandonata perché cristiani non si nasce, ma si diventa nel corso della vita.

Celebriamo i 40 anni di questa scuola con una Lectio Magistralis del nostro vescovo, che ci inviterà a riscoprire la vocazione battesimale. Tutti coloro che sono stati alunni della Scuola nel corso dei 40 anni sono invitati a esserci per festeggiare un traguardo e guardare al futuro. La fede nel Signore che guida la storia e la chiesa ci doni sempre il coraggio di rispondere alle sfide che il tempo presenta

MAURO CINQUETTI 11 dic 2018 10:03