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Brescia
di ARCHIVIO DIOCESANO 04 nov 2022 07:52

Gli spensierati degli archivi ibridi (1801)

E’ risaputo come il tornado rivoluzionario francese avesse fissato il proprio interesse non solo sui beni ecclesiastici (che in buona parte vennero confiscati), ma, acutamente, anche sugli archivi relativi, perché, si sa, nessun bene patrimoniale o finanziario è gestibile senza i documenti che ne attestano il valore giuridico e amministrativo.

Con questo decreto della Repubblica Cisalpina viene nominato un Ispettore che sovrintenda agli archivi degli enti ecclesiastici per vigilare sulle carte “alla conservazione delle quali non tutti i beneficiati (sacerdoti con beneficio, vale a dire stipendio) sono egualmente solleciti”.

D’altronde l’attenzione napoleonica agli archivi e alla buona amministrazione, di cui essi sono sempre cartina tornasole, è nota: istituì la pratica del protocollo unico non solo negli enti pubblici, ma anche in quelli ecclesiastici e la spia ci viene dalla noticina in alto a sinistra in cui si danno le disposizioni relative all’utilizzo corretto del protocollo. Sia da monito per noi che, dopo oltre due secoli, navighiamo ancora spensieratamente nel mare magnum degli archivi ibridi, tra carta e digitale, senza regole e con pochissima consapevolezza.

[Carte ad annum, busta 32, 1801]

ARCHIVIO DIOCESANO 04 nov 2022 07:52