Il ruolo delle donne nei testi sacri
Lo scorso 13 dicembre si e svolta a Pontevico, presso il centro culturale islamico, la VIII Giornata di conferma dell'impegno al cammino congiunto, per gli aderenti al patto bresciano di fraternità interreligiosa, alla presenza dell'assessora Annalisa Siragusa, che ha portato i saluti dell'amministratozione comunale.
L'occasione ha suggerito alle realtà che compongono il sodalizio di proporre un interessante incontro di studio e approfondimento sul tema "Il ruolo delle donne nei testi sacri e nella vita delle comunità religiose".
Munahil Yashir ha evidenziato la centralità del ruolo femminile nella parola del Profeta.
Sukhman Sing ha spiegato come nella cultura e nella religione Sikh la donna abbia acquisito un ruolo sempre più evidente nelle scritture e nella dottrina dei 10 Guru , fino a immaginare una condizione femminile di autodeterminazione decisionale.
Mame Diarra Sylla ha presentato il tema della consapevolezza femminile nella religione e nella cultura islamica, in una visione di complementarietà fra i generi.
Elena Alberti ha efficacemente riassunto il ruolo della donna nella religione cristiana e il cammino compiuto nella dottrina cattolica, evidenziando anche alcuni passaggi non avvenuti ma auspicabilmente raggiungibili a breve.
Il moderatore ha chiesto alle relatrici islamiche e al relatore Sikh quale fosse stato il mutamento del ruolo femminile derivante dall'impatto della cultura dominante del Paese di accoglienza sulla religione delle persone immigrate, specialmente per le seconde e le terze generazioni. Diverse ma parimenti interessanti le risposte, tutte orientate a riconoscere come la cultura abbia inciso, per lo più positivamente, offrendo alle donne, specialmente se hanno potuto studiare e conoscere altre lingue, l'opportunità di aumentare la consapevolezza di quanto l'essere donna, religiosa, possa essere fondamentale.
La domanda è, ovviamente stata posta differentemente ad Alberti la quale ha parlato del cammino della Chiesa Cattolica negli ultimi 80 anni, rilevando una certa differenza di passo fra gli apparati ecclesiastici e la dimensione cristiana praticata e vissuta nel quotidiano.
Al termine dell'incontro, come da tradizione, è stata messa a dimora una piccola pianta di ulivo per affidare alle sue radici la testimonianza dell'impegno di chi crede che la religione debba sempre costruire cammini di pace e mai di divisione.