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Brescia
di REDAZIONE 05 nov 2020 09:00

In festa per Santa Crocifissa

Nasce a Brescia, il 6 novembre 1813, Santa Maria Crocifissa Di Rosa.

Paolina, come venne chiamata la sesta figlia del cav. Clemente e della contessa Camilla Albani, fu battezzata il giorno stesso nella casa paterna di via Strada Larga (oggi via Gramsci 17) dal prevosto di San Lorenzo, Carlo Campadelli. La grazia del Battesimo è un dono grande e Santa Maria Crocifissa era solita, nella data del 6 novembre, sostare in preghiera in San Lorenzo per ringraziare il Signore per il dono di questo Sacramento che l’aveva resa figlia di Dio.

Nell'aprile 1836 in tutto il territorio bresciano iniziò a diffondersi in modo virulento l'epidemia di colera. I provvedimenti severi emanati dalle autorità non ebbero l’esito sperato. A Brescia, dopo aver colpito un numero limitato di persone si manifestò pesantemente nel manicomio femminile nel mese di maggio, mietendo vittime sino a luglio quando l’epidemia iniziò a scomparire. Nel bresciano i casi di colera furono in totale circa 21.000 con una mortalità di quasi 10.000 persone; in città si ebbero 3.219 casi e la morte di 1.613 persone.

Donna coraggiosa e forte, infiammata d’amore per Dio e per il prossimo, nulla temeva ma sapeva osare perché confidava in Lui. Così scriveva: “Omnia possum in eo qui me confortat” (Fil. 4,13). La sua fede granitica, le dava forza e coraggio nell’affrontare i pericoli e superare le difficoltà nel suo donarsi al prossimo. Era Dio la sorgente di tanto amore, era Lui che infiammava il suo cuore di santi propositi e ispirazioni, e lei confidente in Lui, obbediva. Così sentì l’ispirazione a proporsi, al suo direttore spirituale, mons. Faustino Pinzoni, per entrare nel recinto della morte e assistere le colerose. Mons. Pinzoni benedì quella richiesta e incominciò a darsi da fare a cercare una compagna che potesse collaborare con lei nell’opera di assistenza infermieristica e la trovò in Gabriella Echenos Bornati. Il 21 giugno Paolina scrisse al padre per chiedere la sua approvazione. La mattina del giorno seguente, il cav. Clemente informò la famiglia di tale richiesta: tutti ne furono costernati. Il cavaliere si sentiva combattuto dall’amore di padre da un lato e dall’altro dalla generosità e grandezza della richiesta. Dopo aver riflettuto e pregato, dopo essersi consultato con Mons. Pinzoni, e dopo aver ringraziato il Signore per avergli dato in dono una figlia con un animo così generoso, decise per il sì alla richiesta di Paola. Si sentiva come Abramo sul monte. E a chi cercava di dissuaderlo ad acconsentire, rispose: “Vada pure mia figlia, nel nome del Signore, anzi, che se non mi trattenesse il pensiero di essere padre di famiglia, l’avrei seguita anch’io”. E Paolina, ben sapendo a quale prova aveva sottoposto il padre e i fratelli, soffriva, ma la sua fede la portò a fare questo sacrificio, anteponendo la voce del Signore a quella del sangue.

Quanto risulta attuale la missione di Santa Maria Crocifissa Di Rosa ai giorni nostri. Stiamo vivendo la seconda ondata del Covid-19, si ripresenta il dramma. Nelle strutture sanitarie bisogna essere pronti ad assistere gli ammalati, qualora ce ne fossero. Stiamo rivivendo l’esperienza di Paolina e Gabriella quando, spinte da una forte fede nel Signore, si lasciarono rinchiudere nel Lazzaretto e per più di tre mesi assistettero i malati di colera. Andavano nel nome di Dio fiduciose nel suo aiuto. Dopo alcune settimane altre sette signore della nobiltà bresciana, alcune sposate, lasciarono mariti e figli e si unirono a loro. Nessuna si ammalò e Paolina comprese che il Signore aveva benedetto quell’opera. E tanti furono i frutti spirituali che ne vennero. Si preoccupava che nessuno morisse senza sacramenti e da solo. Quanto è attuale questa sua preoccupazione. Il Covid ci ha messo, oggi, alla prova su questo fronte, ma gli operatori, i medici, grazie al permesso del Vescovo, non hanno lasciato che gli ammalati se ne andassero senza nemmeno un segno di croce sulla fronte. Il Provvidente trova sempre i modi e i mezzi per raggiungere i suoi figli. Nessuno è solo. Nel giorno del suo compleanno, a Santa Maria Crocifissa vogliamo chiedere di essere con noi, in spirito, nelle corsie degli ospedali, delle Case di Cura, delle RSA, come faceva quando era in terra, e intercedere presso Dio pietà e misericordia per questa pandemia. Intercedere di essere rafforzati nella fede dalla quale proviene forza e coraggio, nella certezza che non siamo soli ma quotidianamente accompagnati e che, come amava ripetere, “Tutto posso in Colui che mi conforta”.

REDAZIONE 05 nov 2020 09:00