lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
Brescia
di GIOVANNI PALAMINI 15 nov 2019 10:14

In preghiera per le claustrali

Domenica 17 alle ore 15 il vicario episcopale per la vita consacrata, mons. Palamini, presiederà la Messa presso le Carmelitane in via Amba d’Oro

Nello stesso giorno della presentazione al Tempio della Beata Vergine Maria, la Chiesa invita a pregare per le sorelle chiamate dal Signore alla vita contemplativa. Questa giornata è stata istituita dal Papa Pio XII nel 1953. Le claustrali sono per il mondo intero preziose tramiti con il Padre. Il loro silenzio orante insegna come l’ascolto e la preghiera siano lo strumento più efficace per operare un discernimento ineccepibile. Attraverso di essi diventa più facile comprendere la realtà, prendere decisioni e compiere azioni, senza soccombere passivamente a “ciò che capita”. L’intenzione di papa Pio XII nell’istituire questa giornata era quella di far conoscere a tutta la Chiesa la vita contemplativa, per pregare e sostenere economicamente i monasteri delle claustrali. Nei monasteri dei diversi Ordini presenti nel mondo, “cuore orante” delle varie Diocesi, vivono “nascoste” circa 38.000 monache. Quando san Paolo dice “la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio”, parla della vita cristiana in generale e indica un’esistenza immersa in Lui per mezzo del battesimo e condotta nell’umile ferialità del quotidiano; un’esistenza nella quale Dio è il riferimento continuo della vita, del pensare, del sentire, del discernere e dell’agire. E non solo: una vita che irradia fuori di sè il proprio senso, la propria ragione ultima. Una vita che narra, annuncia, proclama, anche con la voce profonda del silenzio, l’amore fatto carne in Gesù di Nazaret, la sua pasqua di morte e di risurrezione. Si può capire allora quale sia il senso più vero del termine “vita nascosta” riferito alla vita contemplativa: essa semplicemente esplicita, in maniera totalizzante, la più profonda dimensione di appartenenza a Cristo alla quale ciascuno è chiamato, e resta lì, al cuore di ogni Diocesi, come memoria di ciò che riguarda tutti i battezzati. E vuol mettere ciascuno in movimento, inquietare il cuore di ciascuno e svegliarlo dal sonno, per affascinarlo di Vangelo … come il lievito nascosto nella pasta che la fa fermentare tutta.

L’eccedenza della carità. In una sua lettera pastorale (Sto alla porta, 1992), il cardinal Martini parlava dell’eccedenza della carità e lo faceva in termini che possono adattarsi bene anche a noi: Il discepolo del Vangelo è pure chiamato a […] saper manifestare l’eccedenza della carità evangelica, la sua forza escatologica e non solo la sua dimensione storico-sociale. È solo l’amore di Dio, che ci dà la forza di ribellarci alla logica imperante che ci vuole tutti appiattiti sul presente, che ci fa guardare oltre gli spazi angusti dell’io del quale siamo prigionieri, che ci strappa dalla ricerca del benessere personale come fosse il culmine della felicità … Ci dà la forza e il gusto di ribellarci per non farci rubare la libertà e la speranza che Cristo ci ha conquistato e partecipato! Ecco quindi cosa si nasconde dietro la Giornata di preghiera per le Claustrali: la memoria che c’è un oltre che ha il potere di strapparci a noi stessi, che ci invita a perdere noi stessi per amore, che ci fa sentire legati al destino di ogni uomo e che ci fa collaborare, pur poveramente e umilmente, alla pienezza della sua felicità. Che è sempre e solo in Dio. Grazie a tutte le sorelle claustrali, che hanno donato al Padre la forza della loro preghiera quotidiana e incessante per noi, per le fragilità del mondo e per la sua salvezza.

GIOVANNI PALAMINI 15 nov 2019 10:14