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di LUCIANO ZANARDINI 05 lug 2019 10:52

La carità sia la vostra divisa

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Sarà canonizzata domenica 13 ottobre madre Vannini, fondatrice delle Figlie di San Camillo. L'intervista a suor Giosia, superiora della Casa di Brescia

“Abbiate cura dei poveri infermi con lo stesso amore, come suole un’amorevole madre curare il suo unico figlio infermo”. È il mandato lasciato da madre Giuseppina Vannini (1859-1911), fondatrice della congregazione delle Figlie di San Camillo, che sarà canonizzata domenica 13 ottobre. Dopo più di un secolo, il carisma della sua opera è ancora vivo e attuale. “Per tutta la nostra famiglia − afferma suor Giosia, superiora della Casa di Brescia − è una grande gioia. Abbiamo aspettato con tanto entusiasmo e con tante preghiere la notizia della santità della nostra madre. Noi sapevamo già che la madre è santa. Ora viene proclamata per tutta la Chiesa. Questa canonizzazione non è solo una festa, ma è piuttosto uno stimolo per vivere quello che ci ha insegnato. Ci ha insegnato a essere vere figlie di San Camillo”. Nata il 7 luglio del 1859, nel cuore della capitale, tra piazza di Spagna e Trinità dei Monti, Giuseppina Vannini rimane ben presto orfana. Affidata alle cure delle suore Vincenziane crescerà nel desiderio di consacrarsi alla vita religiosa. Il suo discernimento vocazionale trova non poche difficoltà, ma è all’età di 32 anni che l’incontro con padre Luigi Tezza cambierà la sua vita. Quest’ultimo le propose di ripristinare le Terziare Camilliane, opera che la giovane donna porterà avanti con grande amore, riuscendo a diffondere l’Istituto in Italia, Francia, Belgio e Sud America. Traeva la sua sorgente di vita nel Sacro Cuore di Gesù. Amava ripetere: “La carità sia la vostra divisa”. Le suore Figlie di San Camillo, arrivarono a Brescia nel 1904. Nel 1937 è stata aperta in via Milano 69 la prima Casa di Cura San Camillo e pertanto, abbandonata l’assistenza domiciliare, le religiose si dedicarono all’assistenza dei malati ricoverati. In seguito la Casa di Cura fu trasferita nell’attuale sede di via Turati 44, mentre la sede di via Milano venne trasformata in Casa di Riposo per signore anziane. Dal 2002 al 2012 la struttura di via Turati ha subito una continua innovazione.

Qual è l’attualità del carisma di madre Giuseppina?

Madre Giuseppina, prima di morire, ha raccomandato a tutte le sue suore di fare sempre di più. Dobbiamo, come diceva lei, vivere la carità a partire dall’insegnamento di San Camillo, assistendo gli infermi con quell’amore che solo una madre potrebbe dare a un figlio infermo. Ai malati dobbiamo continuare a offrire questa carità misericordiosa.

La vostra presenza a Brescia affonda le radici a inizio del Novecento.

Siamo presenti a Brescia dal 1904 e durante la Prima guerra mondiale le nostre suore hanno assistito i soldati all’ospedale da campo. Abbiamo una casa di cura con 136 posti letto in via Filippo Turati, una casa di riposo in via Milano e una comunità di tre suore a Buffalora impegnate in un’assistenza domiciliare agli ammalati e coinvolte nella pastorale della parrocchia.

L’ambito sanitario e la medicina corrono il rischio di lasciarsi prendere dall’evoluzione tecnologica... Il motto dell’ospedale è ‘Scienza nuova, carità antica”...

Anche l’assistenza, con tutte le norme e le leggi da seguire, è diventata difficile. Gli ospedali sono diventati un’azienda. La nostra clinica è gestita da noi suore con l’aiuto prezioso dei laici che lavorano con il cuore e hanno appreso lo spirito di San Camillo. Oggi è realmente complicato fare la carità come diceva San Camillo. Le nostre suore sono sempre a contatto, anche di notte, con gli ammalati per offrire un’assistenza che sia globale.

LUCIANO ZANARDINI 05 lug 2019 10:52