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Brescia
di ROMANO GUATTA CALDINI 13 giu 2022 11:10

La nostra disponibilità va al Signore

Mi sono trovato a frequentare, con i miei genitori, una parrocchia in cui erano insediati dei carmelitani scalzi. Sin da bambino sono stato abituato a vedere dei frati nella figura del parroco come del curato. Sono figure che ho sentito molto vicine. Quando ho scoperto la mia vocazione è stato naturale andare a bussare alla loro porta, per capire cosa stesse accadendo, cosa stesse chiedendo a me il Signore. Era quello un periodo di transizione fra la laurea triennale e la magistrale. Fu il mio parroco a invitarmi a chiedere al Signore di che cosa avesse bisogno da me. Nel corso di quel colloquio mi disse: ‘Anche noi possiamo dare la nostra disponibilità al Signore’. È una frase che mi ha accompagnato in questi anni, sino a quando sono entrato in convento nel 2014 a Trento, per il periodo di postulandato e noviziato. Sono quindi venuto a Brescia, dopo la professione semplice, per lo studio di Teologia. Signore di cosa puoi aver bisogno? Quale disponibilità vuoi da me? Sono stati interrogativi ricorrenti. Un punto decisivo è stato il comprendere come poter avere un rapporto vivo con il Signore. Lui ti chiama, ti ama”. È con queste parole che ha avuto inizio il racconto del carmelitano scalzo fra Francesco Donato Conte (padre Francesco dell’Eucarestia) che insieme ai compagni di seminario si appresta a pronunciare il suo “sì per sempre”.

Nato a Firenze il 24 marzo 1989, Francesco, per esigenze lavorative del padre, si trasferisce a Verona negli anni Novanta, dove crescendo frequenta il santuario e la parrocchia dei carmelitani di Santa Teresa di Gesù Bambino. Seguono gli anni del Liceo scientifico e verso la conclusione della laurea in Lettere classiche entra nel convento dei Carmelitani Scalzi di Trento il 14 settembre 2014. La professione semplice dei voti avviene a Verona il 10 settembre 2016 e subito dopo si trasferisce a Brescia per iniziare lo studio teologico presso il Seminario diocesano e proseguire la formazione carmelitana nel convento di San Pietro in Oliveto di Brescia. “Per un padre e una madre − ha sottolineato − anche se credenti, non è facile comprendere appieno certe scelte. Devo dire, però, che anche per loro, in questi anni, c’è stato un cammino progressivo di avvicinamento alla vita consacrata, alla vita del ministero”. In questi anni, come impegno apostolico, fra Francesco si è occupato dei ragazzi e degli adolescenti legati al Movimento ecclesiale carmelitano, creando belle relazioni e amicizie anche con le loro famiglie. “Sentivo – ha sottolineato ripercorrendo la strada che lo ha portato sino a qui – che il Signore mi stava chiamando e io potevo rispondere attraverso l’amore e la disponibilità. È così che è iniziato il mio cammino, accompagnato dai compagni del seminario. È stato bello condividere gli studi tanto quanto la vita comunitaria. Nel corso di sei anni posso dire di aver coltivato delle bellissime amicizie. Non posso che essere felice di poter percorre la strada che il Signore mi ha preparato, per quello che posso dare e dire durante il mio percorso”. Auspici per il futuro? “Metto tutta la mia disponibilità alla famiglia carmelitana, alla Chiesa che mi ha accolto e mi chiede questo ministero. Sarà poi il Signore a decidere”.

ROMANO GUATTA CALDINI 13 giu 2022 11:10