lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
Brescia
di MASSIMO VENTURELLI 26 gen 2017 09:54

Laici alla guida dell’oratorio

Sabato 28 gennaio nella parrocchiale di Gambara la consegna del mandato ai giovani che stanno affrontando il cammino formativo promosso dal Cob

Se Paolo Conte si mettesse in testa di scrivere un sequel di “Azzurro”, probabilmente si troverebbe davanti a una realtà un po’ cambiata rispetto a quella descritta nel capolavoro portato al successo da Adriano Celentano quando cantava che in oratorio non trovava nemmeno un prete con cui chiacchierare…

È il documento “Dal cortile. Idee e scelte per l’oratorio bresciano” del 2014 a gettare le basi per il superamento del vuoto cantato da Celentano e che negli anni, complice il calo delle vocazioni, è andato facendosi evidente anche in tante comunità bresciane. “La guida – si legge al punto 2.4 del documento, laddove si parla di soggetti e contesti – è la figura di riferimento dell’oratorio. È guida il curato dell’oratorio, ma, dove non vi sia, è indispensabile individuare una persona, presente e riconosciuta, che svolga questa funzione. La guida dell’oratorio è uomo, donna o famiglia che offra una sincera testimonianza di fede cristiana e, in accordo con il parroco, sarà il riferimento per le scelte operative dell’oratorio. La guida dell’oratorio dovrà dare una disponibilità di tempo adeguata, dovrà formarsi in modo permanente, potrà essere retribuita per il servizio prestato”.

Le indicazioni del documento hanno trovato una declinazione concreta e sabato 28 gennaio a Gambara il vescovo Monari consegnerà il mandato a 8 dei 18 giovani che hanno intrapreso il cammino di formazione pensato per le guide laiche degli oratori. Il percorso, che si concluderà di fatto nel mese di maggio, “istituzionalizza” un percorso che in alcuni oratori della diocesi era in atto da tempo con la presenza di direttori. Un cambio di denominazione che, come spiega don Marco Mori, direttore dell’Ufficio per gli oratori, i giovani e le vocazioni, non risponde a un semplice vezzo stilistico. “Nel cambio di denominazione – afferma il sacerdote – c’è la volontà di mettere in risalto quello che è un ministero, un senso evangelico che dice di una persona che si mette a disposizione di una comunità perché l’oratorio possa funzionare sempre meglio”.

Quali siano i compiti della guida laica è sempre il citato documento a specificarlo. “La guida – si legge nelle sue pagine – non sostituisce la responsabilità giuridica del parroco, ma diventa punto di riferimento operativo che lo affianca. È attenta ai suggerimenti, ai bisogni e all’accompagnamento delle persone presenti in oratorio, valorizzandone le capacità e promuovendo buone relazioni; coordina le azioni educative in un’ottica di integrazione di progetti e contributi; sostiene la comunità educativa nel servizio offerto. Indicazioni importanti che trovano sintesi nelle parole di don Mori. “Compito principale delle guide laiche – sottolinea – sarà quello di essere a servizio di tutte le persone che passano in oratorio. Per dire che un oratorio funziona non basta, infatti, che al suo interno siano presenti tante attività; occorre invece che siano coordinate, condivise e parte di un unico progetto. Compito della guida è rendere tutto questo possibile, come una sorta di linfa vitale”. La guida, insomma, è chiamata a dare vita, a rendere possibile la vita dell’oratorio.

Il compito è sicuramente impegnativo. Non a caso i 18 giovani nel loro cammino di formazione sono state accompagnati, oltre che da don Marco Mori, anche da Gabriele Bazzoli e dalla pedagogista Rita Brusati (intervistata in queste pagine) proprio per dare loro gli strumenti necessari ad affrontare quella che per tanti aspetti è una sfida in cui le difficoltà non mancano. “Nel corso della formazione – afferma al proposito il direttore dell’Ufficio – abbiamo puntato molto sul fatto che il primo ostacolo che le guide dovranno affrontare è quello di farsi accettare come figure nuove, come persone che aiutano ciascuno a vivere la propria dimensione all’interno dell’oratorio”. Don Mori non nasconde che, sul campo, troveranno più difficoltà le guide che saranno chiamate a operare in quegli oratori in cui c’è molto da creare perché, continua, “possono correre il rischio di essere percepite dalla comunità oratoriana come il toccasana per ogni problema, la figura chiamata per colmare ogni lacuna. Ma, è bene, ribardirlo (come è stato fatto con i giovani in formazione) questo non è il compito della guida”. La guida laica dovrà essere coordinatore, perché come conclude don Mori, il compito della creazione, della progettazione deve essere di tutta la comunità.

MASSIMO VENTURELLI 26 gen 2017 09:54