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di PELLEGRINI FEDERICO 10 mag 2018 11:39

Opere: un’altra forma di carità

Il Rifugio e la mensa Menni, raccontano di un attenzione alla persona che sta vivendo particolari forme di sofferenza

Da anni si parla dell’8xmille della Chiesa Cattolica; alle campagne di informazione e di sensibilizzazione messe in campo dalla Conferenza episcopale italiana (spot televisivi e materiale informativo distribuito in tutte le parrocchie) si sono affiancati negli anni gli interventi pubblicati da “Voce” realizzati per spiegare natura e finalità dell’8xmille e il suo utilizzo in Diocesi. C’è, però, un altro aspetto, forse poco conosciuto, dell’utilizzo in Diocesi di questi fondi: si tratta della loro destinazione a favore della tutela dei beni culturali ecclesiastici gestiti direttamente dalla Conferenza episcopale italiana.

In particolare si tratta di risorse destinate ai restauri strutturali delle chiese, delle canoniche, degli oratori e pertinenze pastorali (es. aule di catechismo); attualmente ogni diocesi ha a disposizione 490mila euro; alla costruzione di nuove chiese o di nuovi edifici per la pastorale (qui si parla di edilizia si culto) con un contributo fino al 70% della spesa ammissibile. Anche il restauro degli organi storici conservati nelle chiese (attualmente un contributo fino al 40% della spesa ammissibile) rientra in questa particolare destinazione, così come rientrano i contributi per impianti di sicurezza e allarme (ogni diocesi ha un budget di 19mila euro annui), quelli per la Biblioteca diocesana, il Museo Diocesano e l’Archivio diocesano (ciascuno di 13mila euro).

Ogni anno tra ottobre e dicembre gli organismi diocesani interessati (Commissione Arte Sacra, Collegio Consultori, Consiglio Diocesano per gli Affari Economici) analizzano le domande pervenute dalle parrocchie che hanno chiesto di essere inserite nel contributo e valutano quelle che vi possono accedere. Da quel momento l’Ufficio per i Beni Culturali Ecclesiastici segue le diverse pratiche. Solo nel corso del 2017 a Brescia sono state dieci le realtà ammesse a questo tipo di contributo: alla parrocchia di S. Alessandro, in Brescia, sono andati 420mila euro per restauri della canonica e di ambienti pastorali; alla parrocchia di Montirone sono stati destinati 70mila euro per il restauro della facciata della chiesa. Contributi per il restauro di organi sono andati alla parrocchia di Villa Erbusco (41.163 euro) e Lumezzane Pieve (17.502). Di contributi per interventi su sistemi di sicurezza e di allarme sono andati alle parrocchie di Cossirano (7.292 euro) e di S. Faustino di Bione (8.007 euro). 13mila euro a testa sono stati assegnati al Museo diocesano, all’Archivio storico diocesano e alla Biblioteca diocesana. Chiudono l’elenco di questi fondi gestiti direttamente dalla Cei 430mila euro per la parrocchia di Orzinuovi, assegnati sulla base di tabelle parametriche riguardanti interventi di edilizia di culto sull’oratorio. L’insieme di queste assegnazioni è ammontato, per il 2017, a 1 milioni 172mila e 964 euro.

Si tratta di risorse importanti che confermano come anche attraverso il restauro e la tutela dei beni culturali la Chiesa opera per e nella carità. Infatti questi interventi implicano l’attività lavorativa di molteplici competenze (muratori, elettricisti, imprese edili, pittori, architetti, geometri, ingegneri, indotto che fabbrica i materiali usati, ecc.): ciò significa che ci sono migliaia di persone che con la loro attività onesta e competente lavorano e permettono a se stessi e alle loro famiglie di vivere dignitosamente.

Anche questa è carità che nasce dal Vangelo che chiede di fare di tutto per salvaguardare la dignità umana anche mediante il lavoro e il settore dei Beni Culturali permette questo come anche e soprattutto la possibilità di rendere a Dio un genuino culto “in spirito e verità”.

PELLEGRINI FEDERICO 10 mag 2018 11:39