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Brescia
di LUCIANO ZANARDINI 03 feb 2020 10:06

Padre Natale, monaco in azienda

Padre Natale, bresciano, vive presso l’Eremo di Monte Giove a Fano: promuove percorsi formativi che si rifanno alla Regola di San Benedetto

Un incontro in libreria, in particolare con un testo (“L’organizzazione perfetta. La regola di San Benedetto. Una saggezza antica al servizio dell’impresa moderna”), gli ha cambiato la vita o meglio gli ha aperto un nuovo orizzonte per mettere al servizio degli altri il suo carisma. Correva l’anno 2006 e padre Natale Brescianini si avvicinava così ai corsi formativi per manager e per chi lavora nel mondo del lavoro. Classe 1971, dopo gli studi in Seminario, nel 1996 padre Natale Brescianini entra nella Comunità Benedettina Camaldolese presso l’Eremo di San Giorgio a Bardolino. Dal 1998 al 2001 frequenta il Pontificio Istituto Sant’Anselmo, dove ottengo la Licenza in Teologia, Specializzazione Studi Monastici. Emette la professione monastica solenne nel 2003. Completa la formazione trascorrendo un anno (2003-2004) nel Monastero Camaldolese a Berkeley (Usa), e successivamente lavorando come impiegato in un’Azienda veronese (2004-2006). Dal 2006 è impegnato nella realizzazione dei percorsi formativi che si rifanno alla Regola di San Benedetto e come co-docente in attività formative presso aziende e enti. Dal luglio 2007 vive presso l’Eremo di Monte Giove a Fano (www.eremomontegiove.it).

Negli anni sono nati una serie di corsi dove viene utilizzata la regola di San Benedetto come metafora...

Al centro della Regola c’è la persona. Occorre aiutare le persone e confrontarsi con loro. Il mondo del lavoro è un luogo che può essere educativo; le persone trascorrono molto tempo nel luogo di lavoro; e più sale la responsabilità, più aumentano le preoccupazioni anche fuori dall’orario lavorativo. Dobbiamo chiederci a che cosa dobbiamo educare le nostre persone: solo alla massimilizzazione del profitto o anche al rispetto per gli altri e per l’ambiente...? Il lavoro è un luogo fortemente politico: dietro ogni prodotto che facciamo o ogni servizio che viene erogato ci sta un’idea di essere umano e di mondo. Decidendo di comprare un prodotto piuttosto che un altro, esprimiamo un’idea di essere umano e di mondo.

Come viene accolto?

All’inizio con un po’ di diffidenza e di curiosità, poi durante l’incontro le persone che ho di fronte vanno al di là... Chi è più lontano spesso rimane colpito dalla sapienza umana che la cristianità ha da sempre e può essere utile nel mondo del lavoro. L’ideale è incontrare tutti i rami dell’azienda.

Che realtà incontra?

C’è una povertà di conoscenza del religioso, ma sta aumentando una domanda di spiritualità. È bello incontrare persone con le quali si può seminare una spiritualità seria.

Quali sono le prossime sfide del mondo del lavoro?

L’aspetto più importante resta riconoscere le persone in quanto persone. San Benedetto dice al monaco che lavora di trattare gli strumenti e i beni del monastero con la stessa reverenza dovuta ai vasi sacri dell’altare. Mette sullo stesso piano il monaco che lavora con il prete che dice la Messa. Quanti di noi sono coscienti che il lavoro è uno strumento per rendere grazie alla vita e, se ci crediamo, a Dio? Più aumenterà la tecnologia nel mondo del lavoro e più serviranno persone sane dal punto di vista psicologico e mature. Bisogna investire sull’umano e sulla capacità di vivere e gestire relazioni positive.

LUCIANO ZANARDINI 03 feb 2020 10:06