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Brescia
di MASSIMO VENTURELLI 13 apr 2018 12:40

Paolo VI e il femminismo cattolico

La fondatrice del Moica, Tina Leonzi, ricorda l’importanza degli insegnamenti di papa Montini

“Il mio rammarico che, immagino sia quello anche di tanti altri bresciani è di non avere avuto modo di conoscere più da vicino Paolo VI durante gli anni del suo Pontificato”. Per questo Tina Leonzi, fondatrice del Moica, il movimento delle casalinghe che da Brescia si è negli anni allargato a tutto il Paese con l’obiettivo di promuovere la dignità delle donne che hanno scelto di dedicarsi alla casa e alla famiglia, ritiene che Brescia e la sua gente debbano cogliere l’occasione della prossima canonizzazione di papa Montini, come occasione per saldare questo “debito” colpevole.

Il debito che Tina Leonzi e il movimento a cui ha dedicato tanti anni del suo impegno pubblico hanno nei confronti di Paolo VI fa ben oltre una approfondita conoscenza. L’8 dicembre del 1965 il Papa bresciano chiudendo il Concilio Vaticano II aveva pensato a una serie di messaggi. Tra questi figurava anche quello dedicato alle donne. “È a voi che ci rivolgiamo, donne di ogni condizione – erano le parole di Paolo VI – figlie, spose, madri e vedove; anche a voi, vergini consacrate e donne nubili: voi siete la metà dell’immensa famiglia umana!”. Il messaggio proseguiva con altre importanti parole di apprezzamento nei confronti della donna. “La Chiesa è fiera, voi lo sapete, d’aver esaltato e liberato la donna, d’aver fatto risplendere nel corso dei secoli, nella diversità dei caratteri, la sua uguaglianza sostanziale con l’uomo. Ma viene l’ora, l’ora è venuta, in cui la vocazione della donna si completa in pienezza, l’ora in cui la donna acquista nella società un’influenza, un irradiamento, un potere finora mai raggiunto”. E in un momento storico in cui l’umanità stava sperimentando una profonda trasformazione, le donne “imbevute dello spirito del Vangelo” per Paolo VI, potevano tanto per aiutare l’umanità a non decadere”. Furono quelle parole, insieme a tante altre che il Papa bresciano nel prosieguo del suo pontificato dedico alla donna, che aprirono la strada a quella che Tina Leonzi definisce come “via per un femminismo cristiano”, capace di contrapporsi al neofemminismo dissacrante che andava affermandosi in quegli anni. “Fu proprio nel solco degli insegnamenti di Paolo VI – continua ancora la fondatrice del Moica – che a Brescia videro la luce esperienze come quella del Gruppo Promozione Donne e Progetto Donna. Gli insegnamenti e gli auspici che giungevano dal Papa bresciano, così come le attenzioni che all’universo femminile aveva dedicato Giovanni XXIII e quelle che caratterizzarono a Brescia l’episcopato di mons. Luigi Morstabilini, aiutarono la causa della dignità delle donne che si spendevano per la Chiese e per la famiglia e che non potevano vedersi rappresentate da un femminismo prettamente laicista”. Non ha dubbi, Tina Leonzi, nell’attribuire al Papa scomparso nel 1978 più di un merito per la nascita nel 1982 del Movimento italiano delle casalinghe.

Il “Paolo” VI tutto personale della fondatrice del Moica è legato anche ai frutti che il Papa bresciano seppe far germogliare anche dopo la morte. “L’istituzione a Brescia del Centro pastorale dedicato a papa Montini – ricorda – divenne casa a molte delle iniziative del mondo cattolico femmile. Una casa in cui fu possibile crescere e approfondire quell’apertura di fiducia che in più riprese Paolo VI aveva avuto nei confronti della donna”.

MASSIMO VENTURELLI 13 apr 2018 12:40