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Brescia
di ROMANO GUATTA CALDINI 03 apr 2018 16:13

Piazza Loggia: l'omaggio del Vescovo

Domenica scorsa, giorno di Pasqua, il vescovo Pierantonio Tremolada, insieme ai parenti delle vittime delle strage del 28 maggio 1974, ha reso omaggio a chi perse la vita in piazza Loggia, soffermandosi in preghiera davanti alla stele dei caduti

Un incontro riservato, intimo, ma dalla grande valenza simbolica che coinvolge l’intera collettività. Domenica scorsa, giorno di Pasqua, il vescovo Pierantonio Tremolada, insieme ai parenti delle vittime delle strage del 28 maggio 1974, ha reso omaggio a chi perse la vita in piazza Loggia, soffermandosi in preghiera davanti alla stele dei caduti e deponendo una corona di fiori. E’ un omaggio, ha sottolineato il Vescovo, anche a “tutte le vittime della violenza sociale e politica nel mondo”.

Mons. Tremolada, in particolare, ha sottolineato come consideri le vittime di Piazza della Loggia dei “Patroni aggiunti della nostra città di Brescia. Sono convinto che il loro sacrificio ne abbia fatto per noi dei protettori e dei custodi. Nella festa della Risurrezione di Cristo ricordo queste persone, pensandole vive in Dio e ancora a fianco a noi nel cammino di edificazione della nostra Comunità”.

Per Manlio Milani, presidente della Casa della Memoria, “il pensiero di collocare questo omaggio nella Domenica di Pasqua, nel giorno della Risurrezione di Cristo, richiama ancora una volta il senso della sconfitta della morte attraverso la vita. Mi ha colpito il fatto che il Vescovo abbia voluto considerare i morti della strage di piazza Loggia come Patroni aggiunti della città: il loro sacrificio ne ha fatto dei protettori, dei custodi, nel cammino di edificazione di Brescia”.

L’omaggio del Vescovo conduce a una riflessione profonda sull’oggi, sugli atti di violenza che caratterizzano la quotidianità: “Dobbiamo saper cogliere nella strage del 28 maggio 1974 - sono ancora parole di Milani - uno dei percorsi fondamentali per recuperare e costruire al di là della violenza il pensiero e le modalità del nostro vivere. Bisogna saper guardare alla violenza con gli occhi di oggi e con la volontà di dialogare, per comprendere che ad essa dobbiamo, insieme, dare una soluzione”.

“La consapevolezza del male – ha chiosato Milani - può portarci a riscoprire il valore del bene”. Quanto accaduto domenica, “racchiude in sé il tema del ricordo e della memoria che è comprensione delle ragioni per cui i fatti accadono. Questo implica delle responsabilità collettive: ognuno di noi deve saper sempre guardare al valore della vita, la propria e quella degli altri”.   

ROMANO GUATTA CALDINI 03 apr 2018 16:13