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Chiari
di ROMANO GUATTA CALDINI 14 ott 2016 17:33

Quando l'educazione è preventiva

Don Bosco, l’esperienza oratoriana e le sfide odierne nelle parole di don Daniele Cucchi, direttore della Casa salesiana di Chiari, in occasione della canonizzazione del Pavoni

“La riflessione e l’esperienza hanno portato padre Pavoni a tracciare un sistema di educazione, un vero e proprio metodo educativo caratterizzato dalla presenza dei mezzi tipici di una pedagogia preventiva: religione e ragione, amore e dolcezza, vigilanza e conoscenza, rapporto personale, all’interno di una struttura familiare e in un intenso impegno di lavoro. Padre Pavoni aveva già fatto sua, in teoria e nella pratica, l’espressione che sarà di don Bosco: ‘Questo sistema s’appoggia tutto sopra la ragione, la religione e sopra l’amorevolezza’”. Così padre Lorenzo Agosti, già superiore generale dei Figli di Maria Immacolata, delineava, nel volume “Il beato Lodovico Pavoni e la sua opera a Brescia” (2003), la filiazione diretta del metodo educativo di don Bosco rispetto agli enunciati del fondatore dei pavoniani. Dalla scuola all’oratorio, l’ambito educativo del Pavoni ha tracciato, quindi, solchi profondi anche tra i salesiani, come conferma don Daniele Cucchi, direttore della Casa salesiana di Chiari.

Don Bosco si è ispirato al metodo preventivo del Pavoni. Oggi i salesiani a Brescia cosa sperimentano?

Cerchiamo di portare il criterio oratoriano nell’ambito dell’attività educativa che si sviluppa dalla scuola all’oratorio fino alla parrocchia: una casa che accoglie, come voleva don Bosco, un cortile in cui ci si incontra stando insieme come amici e una scuola che avvia alla vita. L’obiettivo, che indichiamo spesso ai ragazzi, è l’essere felici sulla terra per essere felici anche nel cielo. La formula di don Bosco “buon cristiano e onesto cittadino” richiama proprio questo.

Parlando dell’esperienza oratoriana, può delineare le sfide che oggi vi trovate ad affrontare?

Un tempo si diceva che l’oratorio era il ponte tra la strada e la chiesa, ma non deve essere semplicemente un parcheggio. L’oratorio deve accogliere, deve essere una casa per tutti, offrendo cammini formativi e adeguati a tutti. Oggi più di ieri l’educazione è fondamentale, in mancanza di questa si rimane senza orientamento, spesso senza una direzione di vita. L’oratorio, che accoglie tante esperienze, penso agli ultimi, agli emarginati, deve farsi portatore di un valore educativo molto forte da questo punto di vista.

ROMANO GUATTA CALDINI 14 ott 2016 17:33