Questi è il figlio mio, l'amato
Il Vangelo commentato da don Claudio Laffranchini. II DOMENICA DI QUARESIMA (Marco 9, 2-10). In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: “Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia”. Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: “Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!”. E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. (...).

Il Vangelo di questa Domenica ci propone di nuovo, a distanza ravvicinatissima, ancora una volta un Gesù che non è che invita a fare, ma che comanda (“...non permetteva a loro di parlare” (ai demoni)...”lo ammonì severamente” (il lebbroso risanato)...comandò loro (ai tre Apostoli del Vangelo di Domenica prossima). È inutile che continuiamo a farci degli sconti extra a noi stessi e agli altri, ...trallallero trallalla’..., e a pensare che tanto a Lui va bene qualsiasi cosa facciamo, invocando sempre come alibi la nostra debolezza e fragilità. Se questo è vero, è altrettanto vero che abbiamo pure avuto dei Doni preziosi e immensi dallo Spirito Santo, e quindi Gesù è giustamente esigente e ci comanda e da noi pretende (per il Bene delle nostre anime e degli altri, non per il gusto di comandare arbitrariamente). Concetto tanto preciso e semplice, quanto impossibile (sembra) da applicare a se stessi. Questi sono tempi che esigono un impegno appassionato, totale, se siamo con Lui. Perché? Ma perché più che mai siamo in guerra col diavolo, che è scatenato, altrimenti verremo fatti a pezzi.
Concordo, Gesu’ è infinitamente misericordioso ma anche giusto. L’episodio e le modalità con le quali Gesu’ seccò il fico pieno di foglie (non avendovi trovato frutti sebbene non fosse stagione), è inquietante e fa riflettere (Marco, Cap.11, 12-14).