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Brescia
di LUCIANO ZANARDINI 04 dic 2020 10:32 Ultimo aggiornamento 04 dic 2020 12:32

Un Cuore amico del mondo

Dal 1980 Cuore Amico dà voce e sostegno economico a quella parte (non troppo piccola, purtroppo) di mondo che soffre la fame e la guerra. “L’intuizione di don Mario Pasini – racconta il presidente, don Flavio Dalla Vecchia – è stata molto semplice: ‘C’è bisogno di qualcuno che faccia presente che cosa succede là’. Tutto questo crea un rapporto molto diretto. Si espande l’opera dei sacerdoti, dei religiosi e delle religiose, dei laici”. I missionari scrivono a Cuore Amico che presenta, soprattutto sul proprio opuscolo informativo e sulla rivista Madre, le loro storie e le loro necessità. Cuore Amico non fa direttamente dei progetti, ma li sostiene. Recentemente, ad esempio, ha collaborato alla costruzione, in Mali, di un ospedale, rispondendo così all’appello della locale Conferenza Episcopale. La sanità, infatti, e l’educazione sono i maggiori ambiti di intervento della onlus bresciana fondata da don Pasini. Molteplici anche i finanziamenti di opere per l’approvvigionamento idrico. “Noi siamo dei distributori. La funzione dell’Associazione è di sensibilizzare le persone, cercando di raccogliere fondi”.

Generosità al tempo del Covid. “Nonostante il periodo difficile, abbiamo visto – continua don Flavio, che è parroco a Santa Maria in Silva – una buona gara di solidarietà. Forse la stessa pandemia ha stimolato una solidarietà maggiore”. E così in estate il cuore missionario bresciano ha pulsato in Libano, in America Latina (tante le richieste per il Covid legate al Brasile e al Perù), nel Corno d’Africa e in Asia. “Siamo riusciti ad andare incontro alle emergenze. La campagna estiva per i minori è stata un successo di contributi”.

Le azioni da sostenere. Sono diversi gli interventi nel campo della salute. In Togo una suora canossiana sta trasformando i centri di soccorso, dedicando spazi per la maternità.

In Sud Sudan Cuore Amico sta cercando di dare una mano nel recupero delle strutture scolastiche distrutte dai conflitti. In Nigeria, le Figlie della Provvidenza per le Sordomute vogliono aprire una scuola con 24 aule per i bambini sordomuti, favorendo così l’inclusione. In Kazakistan, Silvia Galbiati, missionaria laica che opera nella Diocesi di Almaty, si occupa di progetti sociali e di iniziative di carità sul vasto territorio. Tra le attività svolte ve n’è una che ha bisogno di particolare sostegno. Si tratta dell’organizzazione di 10 laboratori di formazione per panettieri rivolti a giovani con bisogni speciali, affinché possano acquisire un mestiere che faciliti l’ingresso nel mondo del lavoro. È un tipo di formazione rivolta a ragazzi della diocesi con disabilità mentali o fisiche ma, da qualche anno, gli stessi corsi vengono organizzati anche presso il riformatorio maschile della città di Almaty, dove vivono circa 300 giovani.

L’universalità della Chiesa. Don Dalla Vecchia, dal suo osservatorio, ha l’opportunità di toccare con mano l’universalità della Chiesa. Questa “è una delle esperienze che aiutano a vedere una Chiesa nella sua dimensione profonda, una Chiesa che è capace di dare visibilità ai frutti del Vangelo”. Diversamente, “rischiamo di essere sempre molto legati al nostro contesto. Esiste una Chiesa che fa in modo che il Vangelo parli in maniera concreta. La missione diventa, come affermava Paolo VI, anche promozione umana”. Il contatto con i missionari “mi ha aiutato a vivere la mia esperienza di prete attento alle necessità. Le risposte concrete sono il modo per mostrare la fecondità del Vangelo”; le persone aiutate sono riconosciute nella loro dignità e “scoprono che c’è un Padre che si occupa di loro attraverso i fratelli”.

LUCIANO ZANARDINI 04 dic 2020 10:32 Ultimo aggiornamento 04 dic 2020 12:32