lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
Ghedi
di VIVIANA FILIPPINI 11 mar 2024 09:57

Una cappella per padre Fausti

Da domenica 3 marzo, padre Giovanni Fausti, missionario gesuita, martire cristiano e bresciano ha una cappella a lui dedicata a Ghedi, nel capannone di via Tutto Ghedi dove ha sede il gruppo “29 Maggio ‘93”. Il piccolo luogo di culto dedicato a Fausti è dentro a un magazzino che ha la funzione di punto di raccolta e spedizione di aiuti umanitari per i luoghi minati dalla guerra, dalla povertà, come l’Ucraina, la Bosnia, il Libano. Padre Fausti era nato a Brozzo, in provincia di Brescia nel 1899, fu missionario in Albania, a Tirana e fautore di un cammino di dialogo tra la cultura cristiana e islamica. Alla fine del 1944, i partigiani comunisti comandati da Hoxha, presero potere attuando repressione nei confronti dei cattolici, tra i quali padre Fausti che venne arrestato, torturato e condannato a morte per fucilazione a Scutari nel 1946. La cappella dedicata al religioso a Ghedi non è in un luogo casuale, perché è all’interno del magazzino che porta il nome di Fabio Moreni, cremonese e Sergio Lana, bresciano. I due erano giovani laici uccisi il 29 maggio del 1993 a Gornij Vakuf, in Bosnia nell’ ex Jugoslavia con Guido Puletti- giornalista-, anche lui caduto sul campo, mentre stavano portando aiuti alla popolazione bosniaca martoriata dalla guerra. Lana e Moreni appartenevano ad un gruppo di ragazzi che nei primi anni ‘90 agiva per portare aiuti alle popolazioni nelle zone afflitte della guerra di quella che era la Jugoslavia ormai in disgregazione. Dopo la loro morte prese vita “Gruppo 29 Maggio’93 – Fabio Sergio Guido” dove confluirono i volontari che avevano conosciuto questi ragazzi e che già in precedenza nell’ambito del Rinnovamento nello Spirito, avevano iniziato a raccogliere e spedire aiuti alle popolazioni travolte dalla guerra in Jugoslavia.

“Il nostro gruppo – racconta Giancarlo Rovati – è nato 35 anni fa, nell’ambito del Rinnovamento dello Spirito, poi incontrammo dei giovani che si erano mobilitati per portare aiuti in Jugoslavia, e ci coinvolsero nel progetto di sostegno alle popolazioni martoriate dalla guerra. In cinque anni di conflitto portammo 120 convogli di aiuti. Dopo il tragico fatto del maggio del 1993, prese forma il gruppo dedicato alla memoria di Lana, Moreni e Puletti e continuammo a dare aiuti ricostruendo il grande panificio a Sarajevo e, quando andammo in Albania per accogliere chi scappava dal Kosovo, ci trovammo nella missione dedica a padre Fausti, anche lui caduto sul campo come i giovani degli anni Novanta. Lì facemmo un punto di accoglienza e realizzammo un centro di sviluppo agricolo per permettere alla gente che arrivava di coltivare la terra e utilizzarne i suoi frutti per vivere.” Un gemellaggio spirituale e di aiuto al prossimo che continua ancora oggi grazie alla cappella dedicata a padre Fausti nel capannone di “29 Maggio ‘93” e che fa memoria di coloro che in epoche diverse, sacrificarono la loro vita per l’amore verso gli altri.

VIVIANA FILIPPINI 11 mar 2024 09:57