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Brescia
di GIULIO REZZOLA 17 ott 2021 11:37

Cultura del lavoro, lavoro come cultura

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Un incontro promosso dall'Ucid in Confindustria, come contributo del mondo industriale all'appuntamento del 2023

Nel lungo percorso che porterà a “Brescia-Bergamo Capitale della cultura 2023” (capitale rigorosamente al singolare) anche le sezioni Ucid dei due capoluoghi insieme a Confindustria delle due province hanno dato vita ad un programma di incontri (sei in totale, equamente suddivisi, da qui ad ottobre 2023) su “Cultura del Lavoro – Lavoro come Cultura”. Il primo di essi si è tenuto nella sede degli industriali bresciani e si è sviluppato su un’analisi di come è cambiato il nostro Paese in seguito alla pandemia da Covid-19. Nando Pagnoncelli (Ipsos) tra le varie slide proiettate ha mostrato come le aziende stiano reagendo bene alla situazione (il 61% ritiene che oggi ci siano maggiori opportunità che rischi) e c’è un’elevata aspettativa nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) anche se si è consapevoli che si tratta di un prestito subordinato a riforme statali strutturali.

Il presidente di Ucid Brescia, Saverio Gaboardi, ha sottolineato come fosse naturale avviare questo ciclo di incontri parlando di cultura del lavoro “in territori dove essa è ben radicata da almeno due secoli”. Basti pensare a padre Marcolini, al Pavoni, a Tovini a Piamarta, alle opere dei Salesiani e delle suore. “Imprese, industrie, associazioni devono sì operare per lo sviluppo della società – sostiene il presidente di Confindustria Bergamo, Stefano Scaglia – ma è l’individuo che deve essere responsabile”. La formazione, la cultura manageriale, la rivalutazione delle competenze sono quegli aspetti ineludibili che devono caratterizzare soprattutto il profilo dell’impresa familiare, quella più numerosa, e la sua sostenibilità. “La cultura è sempre stata presente nella casa di noi imprenditori – ha detto il presidente di Confindustria Brescia, Franco Gussalli Beretta, chiudendo l’incontro – .Il mio auspicio è che nel progetto Brescia-Bergamo, Confindustria non debba essere vista solo come soggetto finanziatore ma colei che porta avanti la cultura d’impresa e di competenze. È fondamentale la creazione del capitale umano proprio per crescere questo tipo di cultura: quella del saper fare”.

GIULIO REZZOLA 17 ott 2021 11:37