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Brescia
di VITTORIO BERTONI 31 gen 2019 16:34

I cambiamenti nel settore automotive?

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Il settore automotive sta vivendo un momento di radicale trasformazione. Come si prepara Brescia? Qual è la percezione che hanno le imprese della filiera e come si stanno muovendo per affrontare i cambiamenti in atto? Se ne è parlato nella sede di Ubi Banca

Il settore automotive sta vivendo un momento di radicale trasformazione. Come si prepara Brescia? Qual è la percezione che hanno le imprese della filiera e come si stanno muovendo per affrontare i cambiamenti in atto? Se ne è parlato nella sede di Ubi Banca nel corso del convegno “Le prospettive del comparto automotive. Dalla realtà bresciana alla visione di filiera” organizzato dal Dipartimento di Economia e management dell'Università degli Studi di Brescia. L'Osservatorio per lo sviluppo e la gestione delle imprese istituito nell'ambito del Dipartimento ha promosso uno specifico filone di analisi relativo al comparto, uno dei punti di forza dell'economia italiana e nella cui filiera sono coinvolte numerose imprese del territorio lombardo e bresciano. Quest'ultimo, che può contare su un centinaio di imprese con un indotto decisamente importante, è secondo in Italia dopo Torino. I dati che emergono dallo studio, che indicano i segnali di forza e di debolezza del mercato, rappresentano uno strumento utile per la crescita e lo sviluppo delle aziende. “La domanda che ci siamo posti - dichiara Ivan Losio, partner di EY Sei Consulting Sfida 4.0 – è se il sistema produttivo italiano ed in particolare quello bresciano possieda le capacità per competere sul nuovo mercato”. Sono diverse le variabili da monitorare: dall'abbandono del diesel allo sviluppo dell'elettrico, dalla guida autonoma al car sharing.

“Negli ultimi anni - afferma il prof. Claudio Teodori, coordinatore dell'Osservatorio – le aziende hanno mantenuto una buona redditività e crescita. Brescia risulta caratterizzata da una maggiore focalizzazione sul business tipico, da buona marginalità, da indebitamento maggiore e da analoga sostenibilità del debito. Ma non tutte le imprese hanno piena percezione dello scenario che si va delineando, in particolare sull'abbandono progressivo del diesel e l'integrazione dell'elettrico”. Quali sono le azioni che si possono intraprendere. Innanzitutto occorre una azione coesa tra imprese e istituzioni politiche e formative. “L'oggetto 'auto' - spiega l'on. Maurizio Zipponi, consulente di politiche industriali - cambia totalmente la sua collocazione e i tempi di questa trasformazione sono più veloci rispetto a quelli precedenti. Non è una lenta trasformazione dei processi produttivi, è una vera rivoluzione. Il territorio deve elaborare progetti condivisi da portare alle istituzioni”. Istituzioni che devono supportare la transizione con una comunicazione corretta e con investimenti mirati. “La sfida - precisa Giorgio Girgis Sorial, vice capo di gabinetto del Mise – non è solo di tipo tecnologico, è anche culturale. Il cambiamento deve considerare diversi aspetti che toccano la sostenibilità ambientale e le forme di mobilità emergenti, la guida autonoma e la competizione globale”.

VITTORIO BERTONI 31 gen 2019 16:34