lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
Glasgow
di REDAZIONE 02 nov 2021 07:52

Clima: il cammino incerto dei grandi del mondo

Ascolta

Passaggio di consegne nel segno di un futuro sostenibile tra il G20 di Roma e la Cop26 aperta ieri a Glasgow. Ancora distanti le posizioni di Cina e India. L'appello di papa Francesco

Passaggio di consegne nel segno del clima tra il G20 di Roma e il Cop26 di Glasgow. Molti dei grandi del mondo presenti al vertice dei giorni scorsi hanno lasciato Roma con l'impegno a mantenere il riscaldamento globale sotto 1,5 gradi, anche se dalla bozza del documento finale del G20 di Roma è scomparsa la deadline del 2050 per un mondo a zero emissioni sostituita da un più generico "entro o attorno" metà secolo.

Un risultato, dello che del G20 romano,  che il premier Mario Draghi ha definito comunque come "un successo", che "getta le basi per una ripresa più equa", ricordando che negli accordi di Parigi non c'era alcun tipo di scadenza, né vaga né precisa.

"Non è stato facile raggiungere questo accordo, è stato un successo", ha detto il premier Mario Draghi nella conferenza stampa conclusiva del summit, ringraziando gli sherpa e chi ha partecipato all'organizzazione di un G20 "straordinario".

"Sul clima per la prima volta i Paesi G20 si sono impegnati a mantenere a portata di mano l'obiettivo di contenere il surriscaldamento sotto i 1,5 gradi - ha spiegato ancora Draghi - con azioni immediate e impegni a medio termine. Anche sul carbone i finanziamenti pubblici non andranno oltre la fine di quest'anno". "Il senso di urgenza c'è ed è stato condiviso da tutti e si vede nel fatto che l'obiettivo dell'1,5 gradi è stato riconosciuto come scientificamente valido. C'è stato anche un impegno a non intraprendere politiche di emissioni che vadano contro il trend che tutti si sono impegnati ad osservare fino al 2030. Si può pensare che questo impegno venga mantenuto. Dopo Parigi le emissioni sono aumentate, soprattutto dopo il Covid. C'è una certa preoccupazione e occorre ora dimostrare credibilità attuando le promesse fatte".

"Sono lieto di annunciare che l'Italia triplicherà l'impegno finanziario a 1,4 miliardi l'anno per i prossimi 5 anni" per il fondo green sul clima, ha affermato ancora Draghi chiudendo il G20. "In questo vertice abbiamo fatto sì che i nostri sogni siano ancora vivi ma adesso dobbiamo accertarci di trasformarli in fatti. Voglio ringraziare gli attivisti che ci mantengono sulla rotta giusta. Molti dicono che sono stanchi del bla bla, io credo che questo summit sia stato pieno di sostanza. Abbiamo riempito di sostanza le parole".

"Non passeremo alle energie rinnovabili dal giorno alla notte, intanto smetteremo di finanziare il carbone". Lo ha detto il presidente americano Joe Biden nella conferenza stampa in chiusura del G20. "Non è realistico smettere di usare benzina e gas all'improvviso, ma arriveremo ad emissioni zero entro il 2050", ha detto ancora il presidente.

Un "ottimo gioco di squadra" grazie al quale è stata "superata una prova molto impegnativa" ed è stato "garantito con efficienza e professionalità la sicurezza dei leader del G20 e delle loro delegazioni".

Non così entusiasta, invece, è il bilancio ai lavori del G20 di Manuel Pulgar-Vidal, responsabile Clima ed Energia del WWF Internazionale e presidente della COP20: "Ci aspettavamo molto di più dai paesi del G20, responsabili del 78% delle emissioni globali di gas serra – sono state le sue parole -. Ora devono aumentare i loro obiettivi e piani nazionali (NDC) per il 2030, in modo che l’attuale divario di ambizione per limitare l'aumento della temperatura globale a i 1,5° C sia colmato, e che siano messe in atto politiche strutturali. Sappiamo che i Paesi devono fare molto di più di quanto già promesso, come ha dimostrato il rapporto sugli NDC della Convenzione sul Clima. Non possiamo permetterci di aspettare fino al 2025. Quindi la COP26 deve partire da questi impegni, adottando una Roadmap di Glasgow per accelerare l'attuazione che stabilisca il corso dell'azione tra ora e allora".

Un’esortazione all’impegno sul clima, tra G20 e Cop26, è arrivato anche da papa Framcesco che ha invitato a "seguire la guida" dei più piccoli nell'affrontare la sfida climatica e non solo. E’ questo il messaggio che ha affidato alla prefazione del libro 'Laudato sì reader', pubblicato alla vigilia della Cop26, dove il Pontefice spiega come "le crisi" siano "anche finestre di opportunità", "per riconoscere e imparare dagli errori del passato", per "cambiare le cattive abitudini".

"Il recente passato ci ha mostrato che sono soprattutto i nostri bambini ad aver capito la portata e l'enormità delle sfide che la società ha di fronte, specialmente la crisi climatica", scrive, "dobbiamo seguire la loro guida", "è tempo di agire insieme" "Il 'Grido della Terra e il Grido dei Poveri' che ho presentato nella Laudato sì come conseguenza emblematica del nostro fallimento nel prenderci cura della nostra casa comune è stato amplificato di recente dall'emergenza del Covid-19", afferma il pontefice.

“Ciononostante, non dimentichiamo che le crisi sono anche finestre di opportunità: sono occasioni per riconoscere e imparare dagli errori del passato", "sono anche per noi un tempo per cambiare marcia, cambiare le cattive abitudini". A suo avviso "è ora di sviluppare una nuova forma di solidarietà universale". "La mia speranza e la mia preghiera - prosegue - è che non usciamo da questa crisi uguali quando vi siamo entrati". E al termine dell’Angelus di ieri ha invitato alla preghiera perché “il grido della Terra e il grido dei poveri venga ascoltato; che questo incontro possa dare risposte efficaci offrendo speranza concreta alle generazioni future”.

Dal primo giorno della Cop26 di Glasgow, però, arrivano segnali contraddittori. A frenare l’appello del Capi di governo presenti per un’azione immediata, sono le dichiarazioni che il Il leader cinese Xi Jinping affida un messaggio scritto al summit e in contemporanea al portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin in cui c’è una critica pesante agli Usa, per l'inquinamento del passato: le sue emissioni storiche sono 8 volte quella della Cina. Ma è soprattutto il premier indiano Modì a gelare il forum: il suo Paese raggiungerà l'obiettivo delle emissioni zero solo nel 2070.

REDAZIONE 02 nov 2021 07:52