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Brescia
di LUCIANO COSTA 06 feb 2018 11:44

Boni, sindaco per sempre

Ricorre oggi, 6 febbraio, il ventesimo anniversario della morte di Bruno Boni: politico di rango, primo cittadino mai dimenticato. La sua storia in un libro di Paolo Corsini e Marcello Zane

Sono già passati vent’anni dalla sua improvvisa partenza verso l’infinito cielo che tutti accoglie (sorella morte bussò alla sua porta il 6 febbraio 1998 senza concedergli il tempo di un ultimo e accorato saluto agli amici e alla città che tanto amava), ma sembra appartenere appena a ieri l’occasione avuta per tessere chiacchiere, ascoltare riflessioni spesso e volentieri nude e crude – “tranchant”, per dirla alla francese – e sentire lui, il professor Bruno Boni (politico di rango, sindaco mai dimenticato della città, addirittura “sindaco per sempre” secondo la definizione con cui Mino Martinazzoli lo salutò al termine della cerimonia funebre), arzigogolare con sapienza e ragione sull’umana esistenza, sull’essere e il divenire, sulla presenza tra gli uomini di un Dio buono-misericordioso-giusto e sul “poeta muto” che si portava dentro e che meglio di qualunque attore lo raffigurava.

Lo chiamavano “Ciro”, si considerava unico e raro portiere di una squadra capace di vincere e rivincere qualsiasi partita, era un politico convinto che non il potere ma il servizio era il metro con cui l’avrebbero giudicato, misurò la barbarie fascista, resistette alla violenza di chi opprimeva il popolo e offendeva libertà e verità, salutò il giorno della Liberazione come fosse il giorno più bello della sua vita. Allora prese per mano la città e con la fascia di sindaco, conquistata con le prime elezioni libere e democratiche, la guidò nella difficile opera di ricostruzione e poi, via via, nel conquistare il titolo di città per l’uomo, che per lui altro non significava se non “essere aperta, saper accogliere, assicurare ospitalità, garantire lavoro e dignità a chiunque”. Bruno Boni, popolare e democristiano fin dalla prima ora, fu sindaco (secondo alcuni unico vero governatore della città di Brescia), fino al 1975. Poi, con la medesima voglia di servire il popolo, accettò la presidenza dell’Amministrazione Provinciale e, successivamente, quella della Camera di Commercio.

Con l’animo inquieto di chi misura il giorno e sente il peso del cammino che ancora deve essere compiuto, Bruno Boni, lasciata la ribalta, mantenne il ruolo di “coscienza critica”, forse anche inascoltata, di una città in rapida evoluzione e già alle prese con la morte delle “ragioni ella politica”.

Al un libro scritto da Paolo Corsini e Marcello Zane (“Carisma democristiano – Bruno Boni sindaco e politico” – Morcelliana editrice), presentato martedì, giorno anniversario della sua morte, in Loggia è adesso affidato il compito di fare memoria del “sindaco per sempre”: quel “Ciro” che stupiva i dotti, annichiliva i potenti e che sempre estasiava il “magnifico popolo bresciano”.

LUCIANO COSTA 06 feb 2018 11:44