Dirigenti pubblici? E' tempo di voltare pagina
"La selezione della classe dirigente: i manager pubblici locali", il tema dell'incontro organizzato dalla Fondazione San Benedetto al Centro Paolo VI giovedì 17 marzo. Tra i relatori, Sabino Cassese
Competenze e numeri. Competenze e numeri. E’ su questo dualismo che si gioca il futuro della pa italiana. Stando a un recente rapporto i dirigenti pubblici sono circa 230 mila, un dirigente ogni tredici dipendenti. A ciò si aggiungono - come evidenzia la cronaca - le pratiche non proprio trasparenti riguardanti i concorsi pubblici, le modalità di accesso alla pubblica amministrazione. Come si è arrivati a tale degenerazione?
Il decadimento. Cassese individua la causa del decadimento nella nascita delle Regioni, correva l’anno 1970: “Con il trasferimento delle funzioni si è deteriorato il dialogo che prima intercorreva fra ente locale e amministrazione pubblica, Stato centrale”. Dopo aver passato in rassegna le conseguenze dell'istituzione delle Regioni, il giurista ha posto l'attenzione sulla Legge 114/2014. E’ una legge che “mette insieme in un unico coacervo i dirigenti superiori, i dirigenti generali e i dirigenti semplici e per tutti introduce un meccanismo che generalizza la nomina politica, ma la sottopone a un controllo di tre commissioni: una per la dirigenza statale, una per la dirigenza regionale e una per la dirigenza locale”. Secondo Cassese tutto si giocherà in base a come verranno composte le commissioni, sarà “la risposta chiave per giudicare la funzionalità e l’efficacia della legge Madia”. Le commissioni “saranno il filtro tra le istanze burocratiche che tendono a premiare l’anzianità e le istanze politiche che tendono a premiare la fedeltà politica”. Come uscire dall’impasse? Il giurista indica tre elementi: merito, separazione fra politica e amministrazione e capitale sociale.
Rizzo e Sismondi. Concorde nell’individuare nel 1970 il punto di non ritorno per il declino della pa è il giornalista Sergio Rizzo: “La radice di tutta la degenerazione della pubblica amministrazione – ha sottolineato – risiede proprio dalla perdita di capacità di governare dal centro un sistema sì complicato ma relativamente piccolo”. Un altro argomento di Cassese sposato da Rizzo riguarda la separazione della politica dall’amministrazione: “Il meccanismo che non fa funzionare la pubblica amministrazione è questa commistione di ruoli”. Si tratta di un meccanismo che ha creato una sorta di “congelamento della pubblica amministrazione, una stretta – ha sottolineato Carlo Mochi Sismondi, presidente del Forum Pa -– dalla quale il Paese sembra non riuscire a districarsi”.
ROMANO GUATTA CALDINI
20 mar 2016 00:00