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Brescia
di MAURO TONINELLI 01 set 2023 08:40

Tolkien, cantore dell’umano

Cinquant’anni fa la morte dello scrittore che ha saputo toccare le corde più vere e profonde dell’uomo che si aprono all’Oltre

Il 2 settembre cade il cinquantesimo anniversario della morte di J.R.R. Tolkien (1892-1973). Cinquant’anni dalla morte di un cantore dell’umano, così profondamente umano, da toccare le corde più vere e profonde dell’uomo che si aprono all’Oltre. Nasce nel 1892 in Sudafrica da genitori inglesi: Arthur Reuel Tolkien e Mabel Suffield. Rientrato in patria con la madre, rimane orfano di padre all’età di 3 anni. Mabel si preoccupa della crescita e dell’educazione sua e del fratello Hilary, dall’aspetto scolastico e linguistico fino a quello religioso. È così che, come racconta lo stesso Tolkien, una mattina li portò in una chiesa cattolica per la messa. La conversione al cattolicesimo dall’anglicanesimo non fu ben vista dai parenti Tolkien e Suffield che l’abbandonarono. Fu così che una giovane madre, con due figli, dovette provvedere al sostentamento della famiglia completamente sola; agli inizi del 1900 non era certamente facile. Si trascurò e morì a 34 anni quando Tolkien ne aveva 12. La conversione al cattolicesimo della madre segnò profondamente il giovane. Lui e il fratello furono affidati a padre Francis Morgan, un oratoriano, che fu precedentemente il segretario del cardinal Newman. Senza ripercorrere l’intera vita dell’autore de “Il Signore degli Anelli”, il giovane crebbe, frequentò le scuole, si innamorò, si sposò con Edith Bratt e andò in guerra (la Prima). Fu marito, padre, professore, nonno e scrittore.

La fama di cui gode e il fascino che le sue opere hanno nel mondo (“Il Signore degli Anelli” e “Lo Hobbit” sono tra i libri più venduti di sempre) non sono frutto della carriera universitaria, sebbene abbia pubblicato testi accademici importanti (il lavoro sul Beowulf è ancora usato negli studi), ma il frutto di passioni che lo accompagnano fin da giovane: i linguaggi e le storie. L’invenzione di lingue, elfiche su tutte, ricche di grammatica, evoluzione, come fossero linguaggi veri, e i personaggi e le vicende che davano vita a quelle parole, sono un tutt’uno per lui. Storie nate fin dal fronte della battaglia della Somme e che hanno trovato grazie agli Hobbit, così umani e vicini a ciascuno, megafono per tutto. Il primo Hobbit nasce sul retro di un compito universitario che stava correggendo; annoiato lo gira e, sul foglio bianco, scrive la famosa frase: in un buco sottoterra viveva uno Hobbit. Gli piaceva il suono di questa parola. Non sapeva ancora chi o cosa fosse. Nacque la vicenda di Bilbo. Un successo che chiese un seguito: “Il Signore degli Anelli”. Ma per lo sviluppo della storia dell’opera principale, le vicende furono molte.

Addirittura lui stesso scrisse in alcune lettere di non essere l’autore della storia, ma che i personaggi comparivano all’improvviso e che, in alcuni episodi specifici, ci fosse un Autore con la A maiuscola, che non era lui. Fino ad arrivare a una lettera importante, e allo stesso tempo discussa, per il romanzo: Il Signore degli Anelli è un’opera fondamentalmente religiosa e cattolica. Ma questo senza fare allegorie! Senza entrare nella questione, a cui si rimanda a molti testi che discutono di ciò, l’uomo Tolkien è profondamente cattolico, di un cattolicesimo vero, intriso di fede, di sacramenti, di testimonianze e di cultura. Un cattolicesimo che respira il suo tempo, ma che ha chiare le verità di fondo, quelle verità che racconta in quel che scrive, perché le vive. Non serve a Tolkien mettere l’etichetta cristiano-cattolico su quel che fa, lo fa in quel modo perché è profondamente cristiano-cattolico e quindi profondamente umano, quell’uomo creato a immagine e somiglianza di Dio, quel Dio che entra nella Storia, nel rispetto della libertà di ciascuno, per dare alla Storia un senso di Salvezza. Il che può essere una sintesi de “Il Signore degli Anelli”, così come di tante vicende umane. E sta qui la vera grandezza, forse, di Tolkien: divenire narratore di una vicenda che tocca corde profondamente umane, valide sempre, perché vere di quella Verità intramontabile, che per Tolkien passano dalle fiabe.

MAURO TONINELLI 01 set 2023 08:40