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Rezzato
di MARCO PANTEGHINI 28 set 2018 09:24

Tonino Bello, profeta di giustizia

Sarà inaugurata domenica 14 ottobre alle 11 presso il convento Francescano di via san Francesco a Rezzato, la mostra dedicata al vescovo prossimo alla beatificazione

Raccontare la vita e il ministero di uno dei profeti del nostro tempo attraverso i suoi scritti e delle fotografie inedite: è questo l’obiettivo che si pongono gli organizzatori della mostra sulla persona di don Tonino Bello, ossia gli enti di Rezzato degli Amici del Sermig e il Convento di San Pietro Apostolo. La mostra sarà inaugurata con un momento conviviale domenica 14 ottobre e si protrarrà per due settimane, fino al 28 ottobre. Gli orari di apertura della stessa sono, per tutta la settimana, la mattina dalle 9 alle 12.30 e solo dal venerdì alla domenica anche il pomeriggio, dalle 15 alle 17.30.

Nella mostra potremo osservare una serie di pannelli artistici molto coinvolgenti, che permetteranno di incontrare la passione pastorale e umana del grande vescovo di Molfetta. Don Tonino Bello è, infatti, ricordato per la sua grande umanità: sua l’espressione “Chiesa del grembiule”, che vuole sottolineare l’importanza della chiesa di essere sempre, con umiltà, a supporto di tutti, compresi gli ultimi. Egli è ricordato anche per la rinuncia che fece ai segni esteriori del potere, per le campagne sul disarmo e, soprattutto, per la marcia pacifica su Sarajevo. "Non ci fidiamo più l'uno dell'altro. Vediamo agguati dappertutto. Il sospetto è divenuto organico nei rapporti col prossimo. Il terrore di essere ingannati ha preso il sopravvento sugli istinti di solidarietà che pure ci portiamo dentro. E il cuore se ne va a pezzi dietro i cancelli dei nostri recinti". Così don Tonino lanciava un appello alla mancanza di umanità, alla diffidenza nei rapporti interpersonali ed alla disumanizzazione dell’uomo. Tutti argomenti che saranno approfonditi durante le due settimane a lui dedicate. Completerà la mostra il racconto della toccante storia di alcune donne migranti che hanno patito schiavitù, sfruttamento e violenza durante il viaggio in Libia e poi in Italia. Salvate poi dall’opera di suor Rita Giaretta nella casa Rut di Caserta, si riscattano con il lavoro artigianale.

Per informazioni e per prenotare le visite guidate, è possibile contattare il 335267811.

MARCO PANTEGHINI 28 set 2018 09:24