Lavenone: rigenerazione urbana con sorpresa

Lavenone è un piccolo paese adagiato ai confini della Valsabbia che con orgoglio vuole mantenere la sua identità e guarda avanti con la ferma intenzione di valorizzare il suo territorio e la sua comunità composta da poco più di cinquecento abitanti. Si spiega con questo spirito il progetto di rigenerazione urbana che la località valsabbina sta portando avanti con entusiasmo e decisione, un percorso che nell’ultimo periodo è balzato al centro dell’attenzione per un prezioso ritrovamento storico-artistico che rende il tutto ancora più importante e significativo. “L’intenzione di base – spiega il sindaco Franco Delfaccio, che nel 2021 ha dato il via all’iniziativa – è quella di animare e vivificare il centro storico del nostro paese. In questo senso abbiamo preparato un piano di rigenerazione urbana che abbiamo collegato ad un’idea tanto precisa quanto originale. In estrema sintesi abbiamo iniziato il recupero di un edificio storico del centro del nostro territorio come Palazzo Baga, immobile signorile che viene fatto risalire alla fine del 1.400 e si trova in via Zappelli, vicino alla piazza principale di Lavenone. Proprio grazie alla rigenerazione urbana, vogliamo mettere a disposizione delle coppie o di chi ha un immobile a Lavenone e vuole rimanere a vivere nel nostro paese un appartamento in comodato d’uso gratuito per il tempo necessario alla risistemazione dell’immobile di proprietà. I vantaggi di questa opportunità sono evidenti e vanno da quelli per la nostra comunità, che offre una valida alternativa allo spopolamento del nostro territorio, a quelli per le persone interessate, che possono procedere nel recupero del proprio edificio senza dover fare i conti per pagare l’affitto dell’appartamento sostitutivo o accendere mutui ulteriori durante lo svolgimento dei lavori”. Una proposta che viene guidata dalla massima concretezza: “È ovvio – prosegue il sindaco di Lavenone – che per poter accedere a questi appartamenti in comodato d’uso gratuito non bastano semplici intenzioni o promesse. Bisogna presentare certezze e, soprattutto, il progetto di recupero del proprio edificio. Questa è la condizione necessaria per poter avviare questa particolare ospitalità che verrà offerta agli interessati nei quattro appartamenti che verranno realizzati a Palazzo Baga dalla ditta Edil Stefani, sotto la direzione dell’architetto Alessandro Anelotti. Un immobile che possiamo ristrutturare grazie ai 500.000 euro di finanziamento della Regione Lombardia che siamo riusciti ad ottenere per il nostro progetto di rigenerazione urbana. La somma rimanente per completare l’intervento, che dovrebbe aggirarsi intorno ai 280.000 euro, verrà reperita utilizzando fondi del nostro Comune. Una volta terminato l’intervento, potremo avere non solo i quattro appartamenti da mettere a disposizione per il progetto di comodato d’suo gratuito, ma anche un ampio locale a piano terra che verrà assegnato, sempre con la stessa formula, quale possibile ufficio, con due stanzette e una sala grande con quattro postazioni per le riunioni. Pure in questo caso l’intenzione è chiara ed è quella di mantenere vivo e animato il nostro paese”. Un “disegno” di indubbio interesse che, durante l’intervento di risistemazione del quattrocentesco Palazzo Baga, ha ricevuto un impulso di grande rilievo: “I lavori che sono stati portati avanti per riportare un edificio signorile di fine 1.400 al suo originario splendore ci hanno permesso di fare una scoperta di assoluto valore dal punto di visto storico-artistico.
Nel corso dell’intervento, durante le campionature esterne eseguite sulla facciata principale dall’apprezzato restauratore bresciano Leonardo Gatti e dal suo staff, sono emerse tracce di un affresco quattrocentesco che può rappresentare un autentico tesoro per la nostra comunità”. Lo stesso professor Gatti illustra i dettagli tecnici dell’opera: “Si tratta di uno splendido e raffinato profilo di una testa femminile risalente alla fine del 1400, che va ad aggiungersi ad altre tracce ornamentali già recuperate e messe in sicurezza. La scoperta, sotto l’intonaco chiaro che ricopre buona parte della facciata, fa presupporre che la stessa nasconda un vero tesoro artistico, senza dubbio il più importante e antico ritrovamento in Valsabbia dell’ultimo secolo. Sotto uno strato di circa un centimetro d’intonaco grigio, all’interno di un medaglione, abbiamo intravisto una figura che ha preso contorni sempre più definiti e di indubbio pregio. È stato un ritrovamento di notevole portata, visto che non solo offre una testimonianza davvero preziosa dell’arte sacra di fine quattrocento a Lavenone, ma può essere considerato un tesoro di eccezionale importanza per tutta la Valsabbia (e non solo). A questo punto – è la sintesi del restauratore bresciano – in concerto con la Soprintendenza procederemo al recupero di una simile opera d’arte. Una splendida testimonianza del livello raggiunto dall’arte sacra in Valsabbia tra la fine del Quattrocento e i primi anni del Cinquecento che non può e non deve rimanere nascosto ancora, ma deve diventare un motivo d’orgoglio per l’intero territorio, oltre che un prestigioso biglietto da visita per una comunità come Lavenone, che dev’essere apprezzata come merita”. E la conclusione del restauro affidato a Gatti ed al suo staff offrirà senza dubbio un prezioso motivi in più per visitare la suggestiva località alle porte della Valsabbia, un piccolo paese dalle grandi risorse che merita di essere conosciuto a dovere e, perché no?, diventare una valida soluzione per decidere di collocare la propria abitazione.