lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
Brescia
di MARIO RICCI 11 feb 2022 14:57

Con l'acqua alla gola

Un giorno di chiusura totale. Indetto dal Coordinamento Associazioni Gestori Impianti Natatori e attuato anche a Brescia dalla società dilettantistica Gam Team dell’ex campione del mondo Giorgio Lamberti. Lo scorso 6 febbraio sono rimasti chiusi, per tutta la giornata, gli impianti di Travagliato (PalaBlu) e Gardone Val Trompia (Piscina Comunale “Atleti Azzurri d’Italia”). Un atto forte, mai fatto prima d’ora ma anche un atto responsabile per sollecitare il Governo a dare risposte concrete ad un settore in profonda crisi e, in molti casi, a rischio fallimento.

“Non vogliamo che accada un disastro di enorme portata – spiega Lamberti - nel silenzio di un Paese che ancora una volta non si occupa dello sport di base e non sembra capire quanto sia importante per la crescita delle giovani generazioni, forse le più colpite dalla pandemia. Auspichiamo che la giornata di chiusura degli impianti natatori sia servita a smuovere le istituzioni, nell'ottica di un'assunzione di responsabilità per manovre urgenti ed altre strutturali, riassumibili nell'erogazione di opportuni ristori, di un'estensione dell'Ecobonus 110% all'impiantistica sportiva e dell'inclusione delle piscine da parte del Mise tra gli impianti energivori”. Due anni terribili scatenati da una pandemia che ha già messo a dura prova un settore letteralmente con l’acqua alla gola.

Ma la vera spallata, come se non bastasse, è arrivata dal "caro bollette".  “Con aumenti superiori al 50% – precisa il 53enne presidente della Gam Team – e solo per fare un esempio: in un impianto di medie dimensioni si registravano circa 20mila euro al mese di utenze, oggi siamo ben oltre 30mila euro ciò significa 120mila euro di rincari annui su un singolo impianto”. Lo sforzo profuso dalla Federazione Italiana Nuoto, interlocutore in prima linea con il Governo, è stato prezioso ma rappresenta una goccia nel mare. L’unico ente che si è battuto dal principio per chiedere sostegni ed aiuti per le società sportive. Ristori vitali che rappresentano una boccata di ossigeno per il settore ma che, evidentemente, non sono sufficienti.

E, a Brescia, c’è già la prima “vittima”. Da domenica 30 gennaio la piscina di viale Piave ha chiuso i battenti. L’Europa Sportinhg Club, concessionario dello specchio d’acqua, non era in grado di far fronte agli elevati costi dovuti alle spese energetiche e ha deciso di tirarsi fuori. “Così non si poteva andare avanti – rincara la dose Giorgio Dalla Bona, amministratore delegato dell’Europa Sporting Club – i costi erano davvero insostenibili. Abbiamo avuto un aumento del 120% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno oltre ad una frequenza di utenti scesa al 60% a causa dell’emergenza sanitaria”.

MARIO RICCI 11 feb 2022 14:57