Un esordio che sa di casa

Da Bedizzole al tetto d’Italia per due anni consecutivi con le giovanili dell’Imoco. Ora, il ritorno a casa, in Millenium, per l’esordio “tra i grandi”. Il percorso di Elena Arici, libero classe 2007, è stato fin qui entusiasmante.
Quando è nato l’amore per la pallavolo?
Ho iniziato a giocare a pallavolo quando avevo cinque anni con il Volley Bedizzole: mio padre era il vicepresidente della società e giocavano lì anche mio fratello e mia sorella. Con questa squadra ho vissuto tanti momenti felici, ma l’esperienza più bella è stata in assoluto il bronzo alle Finali nazionali Under 14 del 2019: per una società bresciana era già un’emozione potervi partecipare, essere arrivate sul podio è stato incredibile.
Poi il trasferimento in Veneto per giocare nelle giovanili dell’Imoco, una tra le più importanti società d’Italia e del mondo...
Uscire di casa a 16 anni è stata una scelta difficile. Vivere da sola, però, è stato importante: oggi sono una persona indipendente e organizzata. Ovviamente, ci è voluto molto spirito di adattamento perchè vivere con altre 14 persone non è facile, ma Imoco mi ha supportato in ogni ambito. Ho avuto delle sorelle maggiori che mi hanno aiutato a crescere e delle sorelle minori: mi è piaciuto poter essere il loro punto di riferimento.
Con questa maglia hai capito che la pallavolo potesse diventare il tuo lavoro?
Il cambio di mentalità è arrivato proprio ad Imoco. Giocare con questa maglia è bellissimo, ma al tempo stesso è dura: Conegliano mi ha insegnato che bisogna sempre essere in grado di onorare la maglia, impegnandosi costantemente. I risultati non arrivano da soli... Il nostro allenatore, Stefano Gregori, è stata una figura di riferimento: con le sue parole ci ha insegnato tanto.
C’è una sua frase che ti è rimasta nel cuore?
Sì, per esempio: “La pressione è un privilegio”. Noi avevamo tanta pressione, dovevamo necessariamente portare a casa il risultato, ma giocare per questa maglia è un privilegio che in poche hanno, anche se è un sogno di tante. Oppure: “Non vince il più forte, ma chi è più pronto”. E così è accaduto in Finale: probabilmente non eravamo le più forti, ma siamo state le più pronte quando contava e abbiamo conquistato lo scudetto (il quinto consecutivo per Conegliano, il secondo per Arici, ndr).
Lo scorso anno, sei stata la capitana della squadra. Che valore ha avuto questo ruolo?
Per me è stato un onore. L’allenatore mi ha chiesto di mantenere tranquillità nella squadra e io sono riuscita ad avere per tutto l’anno un dialogo molto efficace con lui. Le mie compagne di squadra sono state molto carine: ho amato parlarci e ho cercato di tenerle tutte unite.
Oltre ai due scudetti vinti con l’Imoco San Donà, la scorsa estate hai ricevuto la convocazione in prima squadra per partecipare alla Courmayeur Cup e alla Supercoppa italiana. Che esperienza è stata?
Quando ho ricevuto la convocazione, mi sono buttata a terra, ho iniziato a urlare e ho pianto davvero tanto. Non ci credevo. Essere al fianco di alcune delle giocatrici più forti del mondo, alcune delle quali campionesse olimpiche, è stato incredibile. Lubian mi ha fatto toccare la medaglia. Guardandole mi sono sentita così piccola... Mi è rimasto impresso il modo di comportarsi e la compattezza del gruppo. Mi hanno aiutato e consigliato più volte. Sono state molto carine: mi hanno accolto come se fossi una di loro. Sono davvero grata di tutto ciò: è stata un’esperienza che mi ha insegnato davvero tanto.
Adesso, sei pronta per esordire “tra i grandi”. La tua prima volta in Serie A2 coincide anche con il tuo ritorno a casa...
Sono sempre andata a vedere e tifare Millenium al palazzetto. D’altronde, è la squadra della mia città. Quando mi hanno chiamato, è stata una grande emozione. Passare da una Under 18 a una Serie A2 non è facile, però mi è stata data la possibilità di farlo a casa. È speciale. Anche vista la grande professionilità con cui si sono proposti, ho scelto di tornare. Sono molto contenta.
Che augurio ti fai?
Mi auguro di imparare tanto dalle mie compagne di squadra, di divertirmi e di crescere, sia dal punto di vista professionale sia personale. Spero che questa stagione ci regali delle belle soddisfazioni.
