Una bresciana al Sei Nazioni

Da Rovato al Sei Nazioni Under 18 con responsabilità, ma anche tanta soddisfazione personale. A Martina Marini, giovane rugbista bresciana, classe 2007, brillano gli occhi quando ripensa alla convocazione in Azzurro e al percorso compiuto fin qui con la palla ovale.
Quando è sbocciato l’amore per il rugby?
Ho iniziato a giocare in seconda elementare e poi non ho più smesso. Mio papà è un rugbista: quando ero piccola, insieme a mia mamma e ai miei fratelli, andavo a vedere le sue partite. Dopo una breve esperienza con il nuoto, sono passata al rugby: dall’Under 8 all’Under 14 ho giocato con i maschi, poi è stata creata la squadra femminile. Questo sport mi è piaciuto fin da subito, ma è stato soprattutto l’ambiente e il gruppo del Rugby Rovato a convincermi a proseguire. Del rugby, mi piace soprattutto la parte più fisica come il placcaggio e l’avanzamento.
Da sempre giocatrice nel Rugby Rovato, da due anni vesti la maglia della Leonessa Rugby, la nuova squadra che è il risultato dell’unione tra Rugby Calvisano, Rugby Rovato, Centurioni Rugby e Rugby Brescia. Che conseguenze ha avuto questo progetto sul movimento bresciano?
Secondo me, questa fusione ha aiutato tantissimo il movimento. Siamo un bel gruppo: se l’anno scorso ci è servito per ingranare, quest’anno ci stiamo davvero trovando bene. È un’opportunità per fare nuove conoscenze, ma anche per confrontarsi e crescere.
Nel percorso giovanile, c’è o c’è stata una figura significativa per la tua crescita?
Per la maggior parte della mia carriera, ho avuto come allenatore mio papà. Il rugby è diventato proprio un punto di incontro con lui e con tutta la mia famiglia. Certamente, però, cerchiamo di tenere separata la sfera sportiva da quella familiare: gli chiedo consigli su cosa devo migliorare, ma mantengo sempre le due figure, papà e allenatore, separate. Altre due figure di riferimento sono state le mie prime allenatrici in Under 8, Sara Coco e Chiara Galli.
Quando è arrivata la chiamata in Nazionale? Cosa hai provato?
Il “pre corso” è iniziato lo scorso anno, a giugno, con il primo raduno con atleti del Nord d’Italia. A gennaio è arrivata la prima vera chiamata: non ci credevo, ero felicissima! Dopo tre raduni ufficiali – a gennaio, a Rimini; a febbraio, a Biella, dove si è svolto il primo allenamento congiunto contro le francesi; e a marzo, a Villorba, dove ci siamo scontrate con le gallesi –, è arrivata la convocazione per il Sei Nazioni Under 18, in programma in Inghilterra dall’11 al 19 aprile. Mi sono sentita realizzata, ma anche tranquilla: questa chiamata è stata la dimostrazione che il mio impegno e i sacrifici non sono stati inutili. Ho sentito tanta responsabilità, ma anche molto orgoglio.
Che esperienza è stata?
In Inghilterra è stato bellissimo, ma è stata anche un’esperienza arricchente: mi ha fatto cambiare e crescere su alcuni punti di vista. Per esempio, noi ci alleniamo tre volte a settimana, ma solamente alla sera: in quel contesto, i ritmi erano differenti, visto che ci allenavamo la mattina, ma anche il pomeriggio e stavamo sempre con il gruppo. Non solo, ho sperimentato anche un ruolo diverso, il 15, dal 9 o il 10 con cui gioco alla Leonessa. Insomma, ho vissuto una settimana intensa, con una visione più professionistica e proiettata nel futuro.
Cosa ti auguri per il futuro?
Sarebbe bellissimo poter essere richiamata in Nazionale. Se così non fosse, mi porterò per sempre questa esperienza nel cuore. Per ora, il mio obiettivo è finire la scuola, infatti vorrei continuare a giocare nella Leonessa anche il prossimo anno. La scelta sulle scuole superiori influenzerà certamente il mio futuro rugbistico. Comunque andrà, sono certa di voler continuare a giocare a rugby.
Chi è Martina fuori dal campo?
Frequento il Liceo Scienze applicate al “Gigli” di Rovato. Sono una persona a cui piace stare in compagnia, per cui nel mio tempo libero cerco di stare con le mie amiche.
