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Brescia
di REDAZIONE 27 ott 2020 07:42

Il grido d'allarme della ristorazione

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La Cna si è fatta interprete delle difficoltà che stanno colpendo un settore su cui tornano a incidere anche le misure previste dal muovo Dpcm

Oltre che con n virus che ha ripreso a correre, l’Italia sta facendo anche i conti con le difficoltà economiche che la pandemia ha portato con sé, difficoltà che rischiano di accentuarsi ancora di più con le ultime misure restrittive adottate dal Dpcm del 24 ottobre che toccano in modo particolare il settore della cultura, con lo stop a cinema e teatri, quello sportivo, con palestre e piscine chiuse, e quello della ristorazione, pesantemente condizionato dai limiti orari imposti per legge. A raccogliere il grido d’allarme che arriva da settore è Cna Brescia, che ricorda come l’ennesima stretta delle ultime ore stia condannando migliaia di attività, anche bresciane, alla chiusura definitiva. “La domanda degli artigiani e dei piccoli imprenditori di città e provincia – si legge in una nota diffusa ieri -  è come sia possibile correre di nuovo il rischio di chiudere i battenti dopo mesi trascorsi ad attrezzarsi, a definire e ad assumere stili comportamentali conformi alla tutela della salute dei lavoratori e dei clienti”.

“Ristoranti, pizzerie, catering e banqueting sono tra le imprese lombarde che noi rappresentiamo - dichiara la presidente di Cna Brescia Eleonora Rigotti -: nei mesi scorsi, hanno tutti messo in atto misure e spese straordinarie per conformarsi alle linee guida dettate da Governo, parti sociali ed esperti proprio per riuscire ad andare avanti. Da settembre tutto è di nuovo cambiato: per noi il concetto di attività essenziale è scivoloso, perché il lavoro è essenziale per tutti! Se un ristorante attua con rigore le misure anti-Covid, evitando in ogni modo gli assembramenti e limitandosi al servizio al tavolo, perché deve chiudere ore prima del tempo?”.

Per aiutare il comparto la Cna chiede interventi urgenti sugli ammortizzatori sociali, meccanismi di credito d’imposta per sopperire almeno in parte al crollo del fatturato, la sospensione del pagamento di oneri e tributi e compensazioni economiche degli affitti, insomma, dove possibile, la Confederazione si spinge ad auspicare la “pace fiscale”. Il Governo ha promesso ristori immediati per i settori più colpiti dalle nuove limitazioni, ma servirebbero certezze e soprattutto rapidità nell’erogazione per non ricadere negli errori dei mesi passati. Per gli artigiani di Cna resta fondamentale salvaguardare la salute delle persone e la tenuta del sistema sanitario, ma il comparto della ristorazione non è certamente fonte di contagi, visto che rispetta norme, protocolli e prescrizioni igieniche verso collaboratori, fornitori e soprattutto verso i clienti. “Nel settore - prosegue Rigotti -  ci sono atteggiamenti e comportamenti rigorosi, è già stata limitata in modo considerevole l’offerta riducendo i coperti per rispondere alle ragioni di sicurezza. Questa nuova pesante limitazione d’orario rende impossibile la sostenibilità economica e palesa l’incapacità di attivare meccanismi di controllo, scaricandola sulle imprese che non possono svolgere regolarmene la propria attività”.

REDAZIONE 27 ott 2020 07:42