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Brescia
di ELISABETTA MUCHETTI 08 mar 2021 08:30

Soluzione, sostantivo femminile

Nella pandemia in corso, così come in tutti gli altri grandi problemi che il mondo è chiamato ad affrontare, risulta sempre più evidente il ruolo della donna, anche se ancora mancano gli adeguati riconoscimenti

“Il cambiamento climatico è un problema causato dall’uomo, che richiede una soluzione femminista” ha detto Mary Robinson, prima presidentessa donna dell’Irlanda e Alto Commissario per i diritti umani dell’Onu. Il legame tra donne, diritti e ambiente è ufficialmente sancito da studi di genere e di settore ed esplicitato anche nell’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile, in particolare nel goal numero 5: “Raggiungere la parità di genere, per l’empowerment di tutte le donne e le ragazze”.

Pandemia. Per quanto riguarda la pandemia in corso, molte testate, durante il primo lockdown, hanno titolato che le donne si sono rivelate più forti e rispettose delle norme e che i Paesi guidati da donne hanno affrontato meglio la crisi, in modo più efficace e responsabile. Oltre al ruolo dirigenziale esemplare, le donne sono in prima linea anche nella battaglia contro il coronavirus: secondo un recente documento programmatico dell’Ocse, le donne rappresentano il 70% della forza lavoro in ambito sanitario. E poiché il virus ha avuto la capacità di accentuare le disuguaglianze e di colpire i più fragili (gli anziani prima e le donne, occupate – appunto – nei settori più danneggiati), risulta agghiacciante che di 101mila posti di lavoro persi a fine 2020 in Italia, 99mila fossero femminili.

Clima. Lo stesso accade con le conseguenze dei cambiamenti climatici: sono le donne ad esserne più colpite. In molti Paesi in via di sviluppo, ad esempio, sono loro ad avere il compito di procurare l’acqua per la famiglia e la siccità rende questo compito più arduo. O ancora. Le donne sono molto spesso incaricate del lavoro di cura. Con l’aumento delle temperature o in caso di disastri, una maggiore diffusione delle malattie significa anche più lavoro per loro e più rischi di ammalarsi.

Le donne si prendono cura degli altri, dei bambini e degli anziani nelle loro famiglie, mettono la vita degli altri davanti alla propria e sono vittime in numero superiore in caso di disastri naturali. “Le donne non sono solo vittime. Spesso lavorano la terra, si occupano di acqua ed energia. Se vengono dati loro opportunità e potere, saranno degli agenti di cambiamento” (Linnea Engstrom). Che l’Italia sia indietro nel percorso di affidamento alle donne ce lo dicono le ultime scelte della politica e la sensibilità digitale: il Datalab che ha messo in evidenza le ricerche di Google sul tema “uguaglianza di genere” fa emergere che l’Italia è al 71° posto dei 76 paesi considerati, con Zimbawe, Zambia e Messico che hanno una sensibilità maggiore.

Chiesa. Nella Chiesa, le donne sono la maggioranza tra i fedeli, quasi il doppio degli uomini negli ordini religiosi e da 50 anni studiano teologia e storia sacra. Don Armando Matteo, nel suo “La fuga delle quarantenni. Il difficile rapporto della Chiesa con le donne” dice che da secoli la fortezza silenziosa della Chiesa cattolica è la presenza delle donne: sono loro che principalmente trasmettono la fede alle nuove generazioni e sono sempre loro che portano a compimento numerosi ministeri ecclesiali. Ora appaiono segni di rottura di questa intesa. Protagoniste di un tale cambiamento di rotta sono soprattutto donne tra i 20 e i 40 anni: vanno meno a Messa, scelgono meno il matrimonio religioso, pochissime ancora seguono una vocazione religiosa e, più in generale, esprimono una certa diffidenza verso la capacità educativa degli uomini di religione. Prima che sia troppo tardi, è questa l’ora di provare a rinegoziare i termini di una nuova alleanza tra la Chiesa e le donne. Parità non è celebrare Messa.

Ruoli. Antonella Attili, in un recente monologo in tv, ci ricorda che spesso i ruoli dirigenziali femminili vengono attribuiti quando ci sono incarichi critici, ma anche che a capo della principale potenza economica europea, a capo della Bce, a presiedere l’Unione europea e ora anche l’Organizzazione mondiale per il commercio ci sono donne. Qualcosa si muove, noi lo speriamo, perché concordiamo con Annalisa Corrado che titola il suo ultimo libro ambientalista “Le ragazze salveranno il mondo”.

ELISABETTA MUCHETTI 08 mar 2021 08:30