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Brescia
di VITTORIO BERTONI 12 nov 2015 00:00

Dormitorio: la San Vincenzo spiega le sue ragioni e presenta il "progetto di civiltà e di comunità"

Illustrato ai cittadini il progetto della nuova sede del dormitorio maschile San Vincenzo De Paoli e della casa di accoglienza femminile Beato Federico Ozanam da costruire in via Trivellini, tra Fiumicello e Porta Milano

“Un progetto di civiltà e di comunità”. Si sintetizza in questa definizione l'incontro che si è tenuto nel teatro parrocchiale del Sacro Cuore di Gesù per presentare alla cittadinanza il progetto della nuova sede del dormitorio maschile San Vincenzo De Paoli e della casa di accoglienza femminile Beato Federico Ozanam da costruire in via Trivellini, tra Fiumicello e Porta Milano.

“La nuova sede - spiega il presidente dell'Associazione dormitorio Giuseppe Milanesi - risolverebbe molti dei problemi che presentano le strutture attuali di contrada Sant'Urbano e di via Gabriele Rosa. Desideriamo realizzare una struttura che non sia una enclave, cerchiamo il dialogo con i cittadini e con la rete delle associazioni del territorio per fare in modo che diventi uno spazio partecipativo, che sia una risorsa e non un peso. La nostra intenzione è solo quella di offrire un servizio migliore”.

Il progetto illustrato dall'arch Stefano Bordoli prevede la realizzazione di una palazzina a tre piani, con accessi separati per gli uomini e per le donne, creando al piano terra un centro per servizi diurni, al secondo e al terzo piano 60 posti letto e 4 mini alloggi. L'iter per la costruzione della nuova struttura è iniziato a luglio 2014 quando il Consiglio comunale ha approvato il cambio di destinazione d'uso dell'area di 2.800 mq sita via Trivellini da sportiva a socio assistenziale, il mese successivo è partito il bando per la manifestazione di interesse a cui aveva risposto solo la San Vincenzo. La pratica è stata impugnata da un gruppo di residenti, contrari alla realizzazione di un nuovo dormitorio in una zona già disagiata, ora sarà il Tar a esprimersi nel merito. Il Comune per il momento non ha rilasciato il permesso di costruire in attesa che il progetto venga modificato dopo alcune integrazioni richieste dall'Asl.

Nel frattempo, nel marzo scorso, i Consigli di quartiere di Fiumicello e di Porta Milano hanno proposto alla Loggia di sospendere la stipula della convenzione e di avviare una serie di incontri di approfondimento. “Nelle nostre strutture - precisa Francesca Simonini operatrice della San Vincenzo - vengono accolti uomini e donne che vivono situazioni di emarginazione e persone senza fissa dimora che hanno alle spalle situazioni difficili e storie complesse, connotate dall'abbandono, dalla dipendenza, dalla disgregazione dei legami familiari. Queste abitazioni rappresentano uno spazio sicuro, un luogo affettivamente caldo dove le persone si sentono accolte e rispettate, dove possono riflettere, insieme agli operatori e ai volontari, su alcune esperienze del proprio percorso di vita. Cerchiamo di aiutare gli ospiti ad individuare e valorizzare le proprie capacità residue, utilizzandole come primo passo verso l’autonomia e il reinserimento sociale”.
VITTORIO BERTONI 12 nov 2015 00:00