Le cure palliative in una comunità solidale
Dal 10 marzo prenderà il via un corso organizzato dall'Associazione cure palliative "Maffeo Chiecca" con il patrocinio del Centro servizi per il volontariato
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Operante dal 1988, l’Associazione bresciana cure palliative “Maffeo Chiecca” si pone l’obiettivo di promuovere la conoscenza, il progresso e la diffusione delle cure palliative in campo scientifico, assistenziale, sociale e culturale. Tramite le Asl di Chiari e Palazzolo l’associazione ha assistito, negli anni, circa 1000 malati a domicilio.
In cosa consistono le cure palliative? “E’ l’unica cura utile – ha affermato Lazzari – per il paziente che ha esaurito il ciclo di terapie finalizzate alla guarigione”. Dopo tutti i tentativi possibili, “quando la malattia non è responsiva alle terapie mediche in generale, o si ripresenta in forma aggressiva non controllabile, l’unica cosa che resta da fare è attuare tutti gli interventi che servono a migliorare, a mantenere a un miglior livello possibile la qualità della vita della persona che si sta avviando verso l’estremo limite”. Dare sostegno al malato e alla sua famiglia, nella difficile fase terminale, è quanto da anni viene attuato dall’Associazione. Chi non conosce l’utilità delle cure palliative - chi non si è mai scontrato con la realtà di una malattia che non lascia scampo - sovente è propenso a pensare che gli interventi, come quelli messi in campo dai volontari dell’associazione “Maffeo Chiecca”, siano illusori. Nella fase terminale della malattia, “è l’unica cura utile – rimarca Lazzari – non ha senso continuare a fare determinate terapie sapendo che la guarigione non sarà possibile. Arrivati alla fase di cui stiamo parlando si sa tutto della malattia, fin dove è arrivata, che evoluzioni avrà, a quali complicanze si potrà andare incontro…”.
Le cure palliative, attraverso l’assistenza e il coordinamento dei familiari del malato, vengono effettuate a domicilio. In Occidente è da tempo in atto quella che Lazzari definisce “Medicalizzazione della morte”: “Oggi sembra che per morire si debba andare all’ospedale, come se la medicina avesse la risposta a tutto…”. Quindi cosa fare di fronte a una malattia inguaribile? Secondo Lazzari, di fronte a “carichi di sofferenza inutile, è molto meglio accettare la malattia, valorizzando il tempo che rimane per viverlo fino in fondo, la morte fa parte della vita”.
Per ulteriori informazioni sul programma è possibile visualizzare il calendario degli appuntamenti sottostante.
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REDAZIONE ON LINE
16 feb 2015 00:00