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Brescia
di L. ZANARDINI 12 mag 2016 00:00

Tortelli: L'area archeologica ha bisogno di un progetto unitario

Sabato 14 maggio alle 17.30 a Palazzo Martinengo Palatini (Piazza del Mercato) l’architetto Giovanni Tortelli e lo storico/scrittore Valerio Massimo Manfredi dialogano, all’interno degli UniBs Days, su come “Portare un altro tempo nel nostro tempo”. In questa intervista l'architetto Tortelli racconta l'intervento al Terra Sancta Museum di Gerusalemme e indica le priorità per l'area archeologica cittadina

L’architetto Giovanni Tortelli ha alle spalle tanti anni di lavoro, ma certamente quando ha progettato la prima parte del Terra Sancta Museum di Gerusalemme si è trovato di fronte a delle sensazioni uniche vuoi per la portata storica del sito vuoi per l’importanza stessa dell’intervento in una “città molto stratificata e difficile da interpretare. Grazie anche agli archeologi dello Studium Biblicum Franciscanum ho cercato di capire l’archeologia del posto”.

Non dimentichiamoci che il Museo consta in sostanza di tre parti: una archeologica, una storico-artistica e una multimediale. L’ultima sezione aperta, a marzo, è proprio quella multimediale che “permette ai visitatori, in genere pellegrini, di ricevere delle informazioni necessarie per comprendere dove sono e come si è modificata nel tempo la città. Qui abbiamo lavorato anche su una parte del litostroto, il piano pavimentale del cortile del pretorio. Abbiamo accettato con entusiasmo, ma sicuramente è stato un intervento complesso. La Custodia di Terra Santa punta molto sul recupero dei luoghi santi per favorire le visite dei pellegrini, diventa un nuovo modo per la Custodia di presentarsi al mondo”. Il risultato è un museo unico sulle radici del cristianesimo e la conservazione dei Luoghi Santi. A marzo è stata aperta la Via Dolorosa presso il Convento della Flagellazione, che ha il vantaggio di trovarsi nel luogo in cui parte la Via Crucis ispirata dalla devozione cristiana. Attraverso un viaggio nel tempo nella storia di Gerusalemme, da Gesù fino ad oggi, il visitatore potrà tornare indietro a 2000 anni fa, per identificarsi meglio con la realtà del tempo e per seguire l’evoluzione urbanistica della Città Santa. L’obiettivo è quello di vivere con maggiore consapevolezza i luoghi della Via Dolorosa, oggi difficilmente comprensibili perché inglobati nell’attuale assetto architettonico e urbanistico della città. La Via Dolorosa ha una durata di 15 minuti e si articola in un percorso in 3 fasi, che mescola sapientemente frammenti archeologici di epoca erodiana e adrianea (tra i quali il famoso Lithostrotos), tecnologia multimediale (una enorme mappa di Gerusalemme appesa al soffitto sarà lo schermo dove proiettare il viaggio nel tempo), e momento di preghiera; quest’ultimo riprende le orazioni degli antichi pellegrini, ricordo e simbolo di una tradizione secolare cui i pellegrini di oggi fanno parte.

Oggi lo studio Tortelli Frassoni, dopo l’apprezzato lavoro in Terra Santa, sta partecipando a un concorso che non necessariamente porterà a una realizzazione concreta: sono stati selezionati, infatti, 18 Studi europei abbinati a 18 Università (lo studio bresciano è abbinato al Politecnico di Milano) per la sistemazione dei Fori Imperiali di Roma, “in un’area che da molti anni è maltrattata. L’obiettivo è quello di predisporre una grande passeggiata urbana”. A proposito di scavi dell’epoca romana, lo studio Tortelli Frassoni alcuni anni fa, su incarico della Fondazione Cab, aveva redatto anche un masterplan per l’archeologica di via Musei, cercando di “pensare un progetto unitario”. E sulle lacune attuali, Giovanni Tortelli individua la necessità, per l’area archeologica, “di recuperare il Foro: oggi, infatti, abbiamo solo una piccola porzione di fronte a Palazzo Martinengo; questo potrebbe caratterizzare la città. Poi abbiamo proposto di continuare a musealizzare le altre tre Domus dell’Ortaglia per contribuire a ripristinare un grande parco archeologico urbano”.
L. ZANARDINI 12 mag 2016 00:00