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Castelcovati
di ROBERTO FRUGONI 27 mar 2022 08:48

Un restauro atteso da tempo

A distanza di tre anni dalla violenta tromba d’aria che ha colpito il paese di Castelcovati, provocando seri danni alle abitazioni e alla parrocchiale, sono iniziati i lavori di restauro che riporteranno la chiesa di S. Antonio abate, gravemente danneggiata, all’antico splendore. Autorizzato dall’Ufficio Beni Culturali della Curia diocesana e dalla Soprintendenza di Brescia, il restauro interesserà, all’interno, la prima campata della navata, e all’esterno la facciata della chiesa. Un lavoro che la comunità aspettava da tempo, e che ha visto protagonista il dinamico parroco don Jordan Coraglia, che in questi giorni sta intraprendendo anche l’iter burocratico per il restauro della cappella di S. Maria Immacolata a Cizzago, che versa in condizioni di degrado molto avanzate. Questa cappella, inizialmente dedicata ai morti della peste, fu trasformata in una piccola chiesetta dedicata alla Madonna alla fine dell’ottocento, in onore alle apparizioni di Lourdes, grazie alle donazioni di una contessa.

I lavori di restauro della parrocchiale e la pianificazione dell’intervento sulla chiesetta, sono stati affidati al restauratore bresciano Leonardo Gatti, che si avvale della collaborazione dell’architetto Raffaella Giaretta e dell’ingegner Pierpaolo Salvinelli. Due interventi distinti, ci spiega Gatti, entrambi finalizzati al recupero delle condizioni non solo estetiche, ma anche di stabilità e messa in sicurezza, dei due manufatti. L’intervento sulla parrocchiale, riguarda all’interno la prima campata della navata, dove le infiltrazioni di acqua hanno seriamente danneggiato l’impianto decorativo. All’esterno il lavoro interesserà la sistemazione della facciata, partendo dalla messa in sicurezza degli intonaci, fino al lavoro di tinteggiatura e finitura, non che il restauro dell’antica croce in ferro battuto, e quello della vetrata frontale. Ben più complesso si presenta l’intervento alla cappella di Cizzago, dove i danni sia all’esterno, sia all’interno, appaiono ben più gravi. La stabilità degli intonaci esterni è assai precaria. Numerose sono le spanciature, i sollevamenti, e i parziali distacchi dal supporto murario. Le murature presentano inoltre alcune profonde crepe, e l’umidità di risalita e le infiltrazioni dal tetto, hanno gravemente danneggiato l’impianto decorativo, eseguito nel 1983 da Francesco Begni. Ora don Jordan si affida all’amore dei propri concittadini e parrocchiani, per raccogliere i fondi necessari a completare questi due interventi nel migliore dei modi, e restituire ad entrambe le comunità, un prezioso tassello del loro patrimonio artistico culturale.

ROBERTO FRUGONI 27 mar 2022 08:48