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Brescia
di + LUCIANO MONARI 23 dic 2015 00:00

Monari alle famiglie: Accanto al vostro amore, mettete la misericordia

“La vita di coppia non è la marcia trionfale di chi può mostrare orgoglioso i propri successi; è spesso un percorso a ostacoli”. Alcuni passaggi della lettera di Natale del Vescovo alle famiglie

Nella lettera di Natale alle famiglie il vescovo Monari parte, in questo Anno giubilare, dal recupero della misericordia: “Tutto quello che la Chiesa fa e dice deve portare in sé, come un sigillo di autenticità, la traccia chiara della misericordia di Dio. La Chiesa vive di questa misericordia e non può restare fedele a se stessa se non testimoniandola”.

La misericordia in pillole. “La misericordia di Dio – scrive Monari – è la decisione che Dio ha preso nei confronti di questa umanità: decisione di non distruggerla a motivo dei suoi peccati, ma di perdonarla con la sua grazia in modo che la grazia, insediata nel cuore dell’uomo operi come sorgente di pensieri e di sentimenti nuovi. Una misericordia gratuita, quindi, che non risponde ai meriti dell’uomo ma piuttosto ai suoi demeriti, alla sua miseria. L’amore di Dio è causa della bontà delle cose, dicevano i medievali; non è che Dio ci ama perché siamo belli e amabili; piuttosto ci rende amabili e belli con la generosità del suo amore. L’annuncio della misericordia di Dio in questo Giubileo dice che Dio ha preso un’iniziativa di grazia e di perdono. Non ha valutato i comportamenti dell’uomo con uno sguardo oggettivo e freddo e non ha emesso un giudizio definitivo di condanna. Al contrario, ha scelto di ‘farsi prossimo’ all’uomo per poter dire all’uomo in modo credibile il suo amore”.

Il messaggio nella vita. “Parto dalla formula che conoscete benissimo: ‘Io accolgo te come mio/a sposo/a e prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita’. Quando si pronuncia questa formula si fa una scelta impegnativa; ci s’impegna a favore della vita, della libertà, della gioia di un’altra persona. È come se si dicesse: io desidero vivere, ma siccome ti amo, desidero nello stesso modo, con la stessa forza che anche tu viva. Io, come tutti gli uomini, cerco la felicità, ma siccome ti amo, so che non sarò mai felice se non sarai felice anche tu; quindi m’impegno a cercare la tua felicità insieme con la mia”.

Il desiderio dell’uomo. “Tra tutte le possibili opere d’arte, la famiglia è la più grande perché è fatta col materiale più plastico e più prezioso: la vita umana stessa. Amare, diventare ‘una sola carne’, fare ‘reagire’ sentimenti diversi in modo che dal loro incontro-scontro nascano esperienze di vita inedite, aprire uno spazio di vita a creature nuove con una loro vocazione… tutto questo significa immettere nel mondo una forma di vita che prima non c’era e che non si ripeterà mai nei medesimi termini. Questa è vera creatività, è autentica opera d’arte. È vero che l’opera d’arte – nel marmo, nel legno, su una tela – sopravvive alla vita dell’artista mentre l’opera d’arte che è la nostra vita si svolge nel tempo e nel tempo ogni istante cancella l’istante precedente; ma il messaggio della fede dice che quest’opera – quanto è autenticamente arte – non termina nel nulla, ma sfocia addirittura in Dio”.

La quotidianità. “La vita di coppia non è la marcia trionfale di chi può mostrare orgoglioso i propri successi; è spesso un percorso a ostacoli, un sentiero accidentato con sassi appuntiti e cespugli spinosi, tra meandri che fanno perdere l’orientamento e tratti dove è facile scivolare. C’è bisogno di perseveranza e di umiltà per riprendere sempre daccapo il cammino. Per di più ciascuno di noi può portarsi dentro ferite mai del tutto sanate, che continuano a influire sui nostri modi di sentire e di agire; a volte basta una cosa da poco per risvegliarle. Ma nasce la domanda: dove trovare la forza di agire in questo modo? Nell’amore, evidentemente; essere innamorati è uno stato di grazia che ci permette di fare cose che sembrerebbero altrimenti impossibili. Ma accanto al nostro amore, come suo fondamento stabile, possiamo mettere la misericordia di Dio verso di noi”.
+ LUCIANO MONARI 23 dic 2015 00:00