Professione perpetua di suor Anna Maria di Gesù

Domenica 8 giugno, solennità di Pentecoste, alle 16 in Cattedrale, suor Anna Maria di Gesù delle Clarisse Cappuccine dirà il suo sì per sempre al Signore nella celebrazione presieduta dal Vescovo.
Anna Maria Milo, 39 anni, è originaria della provincia di Milano, dove vive fino ai 30 anni, educata alla vita di fede dalla famiglia, dall’oratorio e dalla spiritualità di san Francesco e di santa Chiara, con le esperienze di condivisione e fraternità proposte dal movimento Gioventù Francescana. A 17 anni inizia a frequentare un ragazzo, con il quale cresce sentimentalmente, fino ad avvertire che quella potrebbe essere la sua vocazione, la vita che il Signore vuole per lei, tanto che, quando la relazione finisce, quattro anni dopo, entra in un periodo di crisi di fede profonda. Potrebbe arrendersi e piangersi addosso, invece si prende un mese di riflessione per partecipare al cammino di Santiago, un’occasione di dialogo profondo con il Signore e con le sorelle e con i fratelli con cui condivide l’esperienza, per scoprire che, in quella fine, si nasconde una grazia più grande per la propria storia. Tornata a casa, decide di vivere da sola, si laurea e trova lavoro come terapista occupazionale presso la Fondazione don Gnocchi di Milano, mentre continua a dedicare il suo tempo alla preghiera e al volontariato nel carcere di Bollate, rimanendo affettivamente aperta ad altre relazioni.
Tutto sembra andare per il meglio, apparentemente non le manca nulla, ma un nuovo amore non arriva e nel cuore Anna Maria sperimenta una profonda inquietudine: “Dove ho sbagliato? Ho perso qualche occasione? Mi è sfuggito qualcosa o qualcuno?”. Sono parole prima mormorate tra sé e sé e poi gridate al Signore. Carcere – Avvento 2014: in questo luogo di grande sofferenza, Anna Maria trasforma il suo grido in preghiera: “Signore, vieni ad abitare nella mangiatoia del mio cuore”. Esplode in un pianto di consolazione e di liberazione: “Se il Signore viene qui, tra queste mura, in chi ha sbagliato…, allora non prova schifo per il mio cuore”. La svolta, che segnerà tutta la sua vita, fino ad oggi, è il segreto dell’amore più grande, della gioia vera: “Non sono io che devo amare, ma innanzitutto imparare a lasciarmi amare”. Da qui scaturisce, spontanea, la ricerca di luoghi e tempi per stare nel silenzio ad ascoltare la Parola di Dio, di cui non è mai sazia. Una di queste oasi è il monastero delle Clarisse Cappuccine di Brescia, dove Anna Maria ritorna sempre più spesso, perché lì fa la stessa esperienza che ha vissuto quella volta in carcere. Facile fare sintesi e capire che lì la aspettava il Signore. L’8 dicembre del 2015 entra in monastero, un luogo di pace, di fraternità e di preghiera, la condizione ideale per ascoltare la Parola, studiarla e farne dono. “La Voce del Popolo” ospita ogni settimana il commento al Vangelo della domenica, fatto a turno dalle sorelle del monastero, anche da suor Anna Maria di Gesù, che, nella preghiera e nella corrispondenza, continua a tenere nel cuore i “suoi” carcerati: le ricordano la fragilità umana, la dinamica faticosa della fede, che si fonda non sulla nostra bravura, ma sulla Sua fedeltà.
