Sempre e per sempre
Le Suore Operaie in festa per la professione perpetua di suor Marta Arici
Domenica 9 novembre alle 15.30 nella basilica di Sant’Arcangelo Tadini a Botticino Sera, suor Marta Arici dirà il suo sì per sempre al Signore tra le Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth, con il rito della professione perpetua. La incontriamo, occhi luminosi e un bel sorriso stampato sul volto.
Suor Marta, la tua gioia è contagiosa e lo testimoniano i tanti giovani che cercano la tua compagnia e la tua guida. Come hai trovato la felicità?
Sono felice perché il Signore non mi fa mancare il suo amore. Se guardo al cammino vissuto in questi anni, ricordo con commozione quel primo sì che mi ha portata a iniziare il percorso con le Suore Operaie nell’agosto 2014. Un sì timido, ma che mi ha permesso di scoprire la bellezza di una vita donata al Signore, capace di rompere i miei schemi e di sorprendermi.
Dove è nata la tua fede?
Sono nata e cresciuta in una famiglia in cui ho imparato a conoscere Dio nel servizio della carità sin da bambina, grazie ai miei genitori e alle mie due sorelle. Ho mosso i primi passi del mio cammino di fede nella parrocchia di Sant’Eufemia della Fonte, dove ho vissuto esperienze di fraternità e di fede, che ancora porto nel cuore. Condividendo alcuni incontri nell’Unità pastorale, ho conosciuto più da vicino le Suore Operaie, in modo particolare la comunità di Sanpolino.
Anni ricchi di incontri, amicizie, desideri e speranze, ma si possono immaginare anche fatiche e difficoltà…
Il cammino di questi anni non è sempre stato facile: ci sono stati passaggi di sofferenza, segnati anche dalla nascita al Cielo di mio papà Tiziano, durante la prima ondata di Covid. Ringrazio il Signore, perché nei momenti di buio totale e quando la speranza veniva meno, si è lasciato trovare, facendomi sentire la sua presenza nella vicinanza di tanti fratelli e sorelle. Lui ha riempito di compagnia il mio dolore. Anche quei momenti sono stati una benedizione per la mia vita, come una carezza, segno della tenerezza di Dio, al mio cuore turbato e triste, che ha ritrovato speranza e vita.
Qual è la tua missione nella Congregazione e in Diocesi?
Sono impegnata nella pastorale giovanile e vocazionale e lavoro in Università Cattolica al Centro pastorale. Inoltre, è iniziata una collaborazione con il seminario di Brescia, nella preparazione delle serate di spiritualità per i giovani. È bello, insieme con i sacerdoti, sperimentare di essere Chiesa, lasciandoci interrogare dalle nuove sfide, che, come donne consacrate, siamo anche noi chiamate a vivere.
C’è una particolare parola di Dio che senti più vicina?
“Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Gv 14,6). Sono parole che mi scaldano il cuore. Nella vita fraterna con le sorelle della comunità di Passirano in cui abito, vivendo il lavoro e la pastorale con i giovani, trovo Gesù di Nazareth. Dedicargli del tempo, ascoltare la sua Parola, vivere i sacramenti, lasciarmi stupire dalle persone che a volte mi scomodano… Questo per me è incontrare Gesù.
Cosa significa consacrarsi con la professione perpetua?
La professione perpetua non è la fine di un cammino: sono sicura che ci sono tanti tratti del volto del Signore ancora da scoprire e tante sorprese della creatività dello Spirito ancora da sperimentare! Sant’Arcangelo Tadini, il nostro fondatore, amava dire: “Coraggio! Un’occhiata al cielo e avanti!”.
Cosa vorresti come regalo in questo giorno speciale?
Chiedo di pregare per me, perché il mio cuore si lasci trasformare dalla tenerezza del Padre e così la mia vita possa essere traccia del suo amore.









































