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Firenze
di M. VENTURELLI 13 nov 2015 00:00

Verso la conclusione di Firenze 2015... voce del Verbo

Ultime battute, alla Fortezza da basso, per il 5° Convegno ecclesiale nazionale "In Gesù Cristo in nuovo umanesimo"

Dal nostro inviato. Ultime battute, alla Fortezza da basso di Firenze, per i lavori del 5° convegno ecclesiale nazionale. Questa mattina è il tempo della sintesi, delle indicazioni di prospettive per fare in modo quella italiana sia più conforme a quella Chiesa in uscita che papa Francesco va indicando sin dall’inizio del suo pontificato. Non è ancora tempo di bilancio per le cinque giornate di Firenze. Le prospettive che il card. Bagnasco proporrà ai 2000 delegati nel suo intervento d chiusura saranno il mandato da portare in ogni diocesi italiana perché lì trovino declinazione e prassi pastorale. Per il dopo, insomma, c’è ancora tempo.

Alcuni frutti, importanti, però già si colgono, alcuni segni chiari, precisi sono già usciti dall’assemblea convocata nella città del Rinascimento, dell’umanesimo. L’invito al convenire per riscoprire le radici, le ragioni di quel nuovo umanesimo che ha in Gesù Cristo il suo punto di riferimento primo e ultimo, è stata la scintilla dell’incontro tra uomini, donne, cardinali, vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose che a Firenze hanno fatto esperienza di sinodalità, di dialogo, di confronto libero, non viziato dai pregiudizi. Più di un delegato ha definito le giornate di Firenze un “frutto maturo” del Vaticano II.

Quelle che si stanno chiudendo alla Fortezza da basso sono state “belle pagine” di Chiesa, di una Chiesa capace di mettersi in ascolto, di dare vita a un dialogo fecondo tra le sue componenti per assolvere all’incarico assegnatole da papa Francesco nel suo incontro nella cattedrale di Santa Maria del Fiore. “Ora tocca a voi – le sue parole – leggete nelle vostre chiese l’Evangelii gaudium e traetene i contenuti e il metodo con cui lavorare”.

Sui contenuti da domani, forti anche delle prospettive che saranno tra poco indicate dal card. Bagnasco e dalle sintesi dei lavori sulle “cinque vie” (uscire, abitare, annunciare, educare e trasfigurare), potranno (dovranno) iniziare a lavorare le diocesi italiane). Sul metodo le giornate fiorentine hanno invece dato già una chiara indicazione: la sinodalità, “disposizione permanente, aperta e dinamica, a vivere e operare insieme nello spirito di comunione, collaborazione e corresponsabilità”, come l’ha definita in un’intervista pubblicata questa mattina dal quotidiano “Avvenire” a mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei.

Per aiutare gli oltre 2000 delegati nel loro lavoro l’organizzazione del 5° Convegno ecclesiale ha predisposto delle miniclip (si possono vedere sul sito www.firenze2015.it), una per ognuna delle cinque vie. In pochi secondi presentano la declinazione “umana” dei verbi presi a prestito sovrapponendola in chiusura a un'altra, tanto semplice quanto efficace per una Chiesa che voglia dirsi e voglia essere veramente nuova: uscire, abitare, annunciare, educare e trasfigurare, questo il messaggio, sono tutte voci del… Verbo.
Un’indicazione importante, che non ammette repliche per intraprendere nel migliore dei modi quel “dopo Firenze” che prenderà il via con l’ultima parola pronunciata dal card. Bagnasco.
M. VENTURELLI 13 nov 2015 00:00