lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
Brescia
di REDAZIONE 12 ott 2022 14:35

Come contrastare la violenza di genere

Nel 2014 il Comune di Brescia ha promosso, come Ente capofila, la nascita del primo Protocollo d’intesa per la costituzione di una rete territoriale a contrasto della violenza di genere.

Grazie all’impulso generato da questa iniziativa, negli anni successivi sono state costituite sul territorio provinciale altre reti e, conseguentemente, è stata ridefinita la competenza territoriale della rete di cui il Comune di Brescia è capofila, che comprende ora i Comuni dell’Ambito territoriale sociale 1 – Brescia, dell’Ambito territoriale sociale 2 – Brescia Ovest e dell’Ambito territoriale sociale 3 – Brescia Est.

Il Protocollo d’intesa, aggiornato nel mese di giugno 2021, è stato sottoscritto da 78 enti tra cui Prefettura, Forze dell’Ordine, Autorità Giudiziarie, 27 Amministrazioni Comunali, Ats di Brescia, Asst Spedali Civili e altre strutture ospedaliere, Centri antiviolenza, Enti gestori di case rifugio e numerose altre realtà del Terzo settore.

Il Protocollo intende realizzare collaborazioni tra servizi istituzionali e servizi sociali privati del territorio per armonizzare le azioni di contrasto e di sostegno nei confronti delle donne vittime di violenza, ognuno con la propria specificità e nell’attuazione della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza sulle donne e la violenza domestica, più nota come Convenzione di Istanbul, della legge 15 ottobre 2013 n. 119, dell’Intesa Stato/Regioni del 27 novembre 2014 e della legge regionale 3 luglio 2012 n. 11 “Interventi di prevenzione, contrasto e sostegno delle donne vittime di violenza”.

Il Protocollo favorisce la presa in carico delle donne vittime di violenza, offrendo percorsi che garantiscano continuità e integrazione degli interventi, rafforza i percorsi di tutela per le donne vittime di violenza, riduce i tempi di accoglienza e della presa in carico per le donne messe in protezione, armonizza gli interventi tra le diverse Autorità Giudiziarie coinvolte nelle situazioni nel caso in cui siano presenti minori che hanno assistito a violenze, agevola l’affrancamento delle donne dalla violenza attivando politiche di autonomia lavorativa e abitativa, attraverso la condivisione di procedure degli organismi competenti, e mette a punto azioni condivise e integrate tra i diversi organismi.

Inoltre, l’accordo istituisce tavoli di concertazione (forensi, di Polizia, sanitari, sociali, ecc.) per migliorare e rendere sinergici ed efficaci gli interventi di prevenzione e di supporto alle donne vittime di violenza, prevede azioni di prevenzione e di contrasto del fenomeno della violenza sulle donne all’interno della programmazione della politica territoriale (Comuni e Piani di Zona) e intende fornire occasioni di formazione, confronto e scambio tra gli Enti/Organismi aderenti ed eventi di sensibilizzazione e informazione alla cittadinanza.

Le Istituzioni, gli Enti, le Associazioni e le Organizzazioni aderenti alla Rete Istituzionale Territoriale Antiviolenza di cui il Comune di Brescia è capofila si impegnano a individuare un referente per il progetto e a fornire le informazioni che riguardano i propri servizi, comunicando eventuali aggiornamenti. Si impegnano inoltre a confrontarsi costantemente per migliorare le metodologie di azione, ad analizzare le necessità che richiedono interventi della Rete, individuando le possibili soluzioni operative, e a condividere strumenti di lavoro per affrontare le criticità individuate.

Il Protocollo di intesa rappresenta quindi la cornice di riferimento e formalizza una corresponsabilità e un impegno condiviso a livello locale. La struttura operativa della Rete, che si muove dentro questa cornice, ha adottato linee guida operative che definiscono un modello integrato di accesso, accoglienza, valutazione del rischio e che individuano un progetto personalizzato per affrancare la donna vittima di violenza.

Questo documento è stato costruito attraverso tavoli tecnici di confronto tra Servizi Sociali, Centri Antiviolenza ed enti gestori di case rifugio/strutture di accoglienza ed è stato successivamente integrato e condiviso con le Forze dell’Ordine e con le strutture di Pronto soccorso cittadine, con particolare riguardo alla fase di emergenza e all’avvio del percorso di protezione.

Le linee guida definiscono ruoli e funzioni e indicano come si deve sviluppare il percorso di protezione, su livelli differenti, all’interno delle case rifugio.

L’Ente capofila pianifica periodicamente le attività e i servizi da garantire a livello locale, attraverso una progettazione che viene effettuata insieme con i Centri Antiviolenza e con i gestori delle Case rifugio/strutture di accoglienza.

Inoltre, viene definito il piano finanziario che si avvale di risorse regionali, di risorse del Comune Capofila e degli Ambiti territoriali sociali e di altri finanziamenti adeguati.

Per il biennio 2022/2023 i Centri antiviolenza che hanno sottoscritto l’Accordo di Partenariato sono Casa delle Donne CAD e Butterfly La libertà in un battito d’ali.

I primi contatti effettuati dai due centri nel 2021 sono stati complessivamente 458 e hanno riguardato richieste di ascolto e sfogo (oltre il 60% dei contatti), informazioni generiche (il 58%), richieste di informazioni legali (36%) e supporto psicologico (27%). Le donne prese in carico nell’anno 2021 sono state 463.

Gli autori del maltrattamento sono stati, in oltre la metà dei casi, mariti/fidanzati/conviventi, nel 20% dei casi si è trattato di ex mariti/ex fidanzati/ex conviventi mentre nell’11% dei casi i responsabili sono stati parenti (figlio, nipote, padre, etc..).

Per 457 situazioni sono stati attivati colloqui di ascolto e sostegno, per 219 è stata attivata la consulenza legale e per 201 la consulenza psicologica. Un sostegno all’autonomia è stato attivato per 25 donne. Le prese in carico concluse nell’anno 2021 sono state 97.

Butterfly Società Cooperativa Sociale è anche gestore del servizio H24, che si attiva chiamando un numero telefonico dedicato e che interviene sette giorni su sette nel caso in cui una donna accetta la consulenza di un’operatrice specializzata del Centro Antiviolenza o nel caso in cui chiede di essere collocata in protezione.

Nell’anno 2021 il servizio H24 ha effettuato 90 interventi,

REDAZIONE 12 ott 2022 14:35