Gaza: la scuola si mobilita contro il genocidio
Una mobilitazione generale del mondo della scuola e dell’educazione per “opporsi al genocidio in atto a Gaza”. Non hanno paura di usare questa parola gli insegnanti Sara Girelli Carasi e Fernando Scarlata che hanno promosso oggi, lunedì 25 agosto dalle 16 alle 18, nell’aula magna dell’Istituto Castelli (che tuttavia non rientra tra gli organizzatori) un’assemblea “per farsi sentire dal governo e dal parlamento italiani per difendere, proteggere e salvare la popolazione e i bambini di Gaza”, proprio in vista dell’inizio della scuola. “Ci sentiamo angosciati, sgomenti e impotenti di fronte a quanto sta accadendo in Palestina, con la complicità del mondo occidentale.
Non possiamo più fare finta di niente, non è possibile” scrivono i “Docenti per il rispetto dei diritti umani in Palestina” in un documento che sarà presentato all’assemblea, durante la quale decideranno la forma di mobilitazione che potrebbero adottare per affermare il loro dissenso, come ad esempio uno sciopero. Il gruppo Whatsapp da cui è partita l’iniziativa ad oggi ha raccolto già più di 500 adesioni e non solo di docenti e professori bresciani ma anche di altre province. “Sentiamo l’esigenza di fare qualcosa - hanno continuato Girelli e Scarlata -, non possiamo più rimandare. Non possiamo iniziare la scuola come se nulla fosse. Tra le varie richieste che presentiamo a governo e parlamento, per noi la prima è quella di cessare l’invio di armi a Israele e di interrompere ogni forma di collaborazione”. L’Italia, spiegano infatti i due insegnanti, è il terzo Paese al mondo per rifornimenti di armi a Israele, dopo Stati Uniti e Germania. L’assemblea di lunedì 25 deciderà quindi modalità e priorità delle richieste da presentare alle istituzioni italiane ed è anche per questa ragione che i promotori dell’iniziativa hanno invitato alla partecipazione anche i sindacati della scuola: dai confederali agli autonomi a quelli di base. Girelli e Scarlata hanno poi voluto citare, tra i documenti, anche quello firmato da dieci giuristi che chiedono al governo di revocare il Memorandum militare con Israele, perchè “ritenuto incostituzionale”; hanno ricordato la Legge 185/1990 che “vieta la vendita di armi a paesi in guerra o che violano i diritti umani” e citano il documento pubblicato da Rete italiana pace e disarmo sottoscritto da oltre 50 associazioni della società civile, preso come riferimento per la stesura della bozza di quanto sarà portato in assemblea.