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Brescia
di ROMANO GUATTA CALDINI 06 nov 2020 06:00

Gomarasca: Pronti alla seconda ondata

La centralità della persona, del paziente, da sempre cifra caratteristica di Fondazione Poliambulanza, rimane immutata anche durante l’emergenza sanitaria. Intanto, la struttura di via Bissolati, come conferma il direttore sanitario Walter Gomarasca, è pronta ad affrontare questa seconda ondata.

Direttore, la recrudescenza del Covid rimette in discussione l’organizzazione degli ospedali. Su questo fronte come vi siete organizzati?

Sin dall’inizio dell’epidemia siamo sempre stati pronti e disponibili a recepire le indicazioni delle istituzioni, Regione e Ats in primis. Siamo parte integrante di quella rete di realtà pubbliche e private, particolarmente a Brescia, che la scorsa primavera ha profuso uno sforzo eccezionale. Questa seconda ondata chiederà un impegno altrettanto importante. Milano è colpita molto più duramente rispetto ai mesi passati, ma contiamo sul fatto che la rete ospedaliera possa assorbire in modo maggiore rispetto al passato il nuovo impatto. Fino a pochi giorni fa Brescia era rimasta un po’ ai margini di questo nuovo picco, ma adesso anche noi registriamo un incremento dei casi. Abbiamo piani interni già strutturati. Come richiestoci da Regione Lombardia abbiamo attivato un primo reparto Covid di 40 posti letto quasi completamente pieno. In parte, all’inizio, si trattava di persone provenienti dal milanese. Altri pazienti, oggi, sono invece utenti che si sono presentati al nostro Pronto soccorso. Ci stiamo accingendo a mettere a disposizione ulteriori letti di Terapia intensiva.

Un fatto non secondario riguarda il personale. Poliambulanza, privandosi di risorse strategiche, ha messo a disposizione quattro medici e nove infermieri esperti di Terapia intensiva che da martedì operano all’Ospedale in Fiera a Bergamo. Non dimentichiamoci che il personale è vincolante ed è comunque provato dalla prima ondata. È inevitabile. In quel periodo abbiamo trattato complessivamente oltre 2.300 pazienti con i posti di Terapia intensiva triplicati. Per poter disporre del personale e dei posti letto necessari, altrettanto vincolanti, abbiamo deciso di dare avvio al piano di emergenza interno che prevede una profonda riorganizzazione del personale, la riduzione delle attività non urgenti e la ridefinizione dei percorsi. Segnalo inoltre la gestione delle risorse umane dedicate attraverso un sistema di programmazione centrale. Una risorsa altrettanto strategica è il controllo informatizzato dei posti letto attivato durante la prima ondata. È stato potenziato anche il servizio tamponi. In questo momento il “drive in” lavora sei giorni su sette nell’arco dell’intera giornata. Vengono garantite in tal modo tutte le richieste che ci provengono dall’Ats per il tracciamento, possiamo arrivare a 1.500 a settimana, come anche quelle dei privati cittadini. Stiamo lavorando a tutto campo. La speranza è che non si ripeta lo stesso scenario dei mesi scorsi, ma purtroppo i numeri sono in crescita.

Da molte parti viene paventato il rischio che l’eccessiva attenzione al Covid finisca per far passare in secondo piano altre patologie. L’attività di cura preventiva come verrà gestita?

Al di là del lavoro svolto per i pazienti Covid positivi con percorsi, spazi e personale dedicati, ricordo che Regione Lombardia ci ha selezionati come hub di riferimento per quanto attiene la cardiologia, la cardiochirurgia e la chirurgia vascolare. Le urgenze di quest’ambito proseguono con percorsi separati. Inoltre, essendo il nostro pronto soccorso un dea di massimo livello siamo chiamati a garantire tutte quelle urgenze che non possono essere rinviate. Ricordo che non lasciamo assolutamente soli i pazienti oncologici. Si tratta di un reparto separato che continua a erogare le prestazioni per pazienti che non possono interrompere cicli di trattamento. Proseguono anche gli interventi, ovviamente a seconda delle priorità. Da non sottovalutare è il punto nascite. Siamo al sesto posto a livello regionale. L’attività di ostetricia, sala parto e terapia intensiva neonatale va avanti così come il settore riabilitativo.

È ipotizzabile che Poliambulanza torni a essere un centro di riferimento Covid come la primavera scorsa?

Speriamo ovviamente di no. In primavera ci siamo trovati di fronte a una sorta di vulcano che continuava a eruttare e non sapevamo quando avrebbe smesso. Progressivamente le cose andavano peggiorando e non avevamo la possibilità di trasferire altrove i nostri pazienti. Abbiamo dovuto gestire internamente tutto ciò che era possibile, arrivando a degli estremi che – ripeto – speriamo di non dover più affrontare. Confidiamo nella rete regionale e sui potenziamenti che la Regione ha messo in atto. Il coordinamento locale dovrebbe favorire anche la distribuzione dei pazienti. Siamo comunque pronti. La disponibilità e la generosità del nostro personale che non si è mai risparmiato sono fattori che evidenziano l’altissimo senso di responsabilità. La pianificazione attenta e centralizzata ci aiuterà ulteriormente. Gli interventi chirurgici − anche per disposizione regionale che sospende le attività che possono essere rimandate − subiranno una contrazione, ma l’attività ambulatoriale, al momento, prosegue nella sua interezza. Se dobbiamo identificare spazi e persone per l’emergenza non possiamo garantire ciò che viene erogato normalmente. La popolazione deve però sapere che può usufruire dei tanti servizi online per prenotazioni, referti e anche visite (attraverso il sito www.poliambulanza.it ndr). Come ovvio, auspico che la cittadinanza, tutta, non dimentichi quanto vissuto nei mesi scorsi, impegnandosi a limitare il contagio in tutti gli ambiti.

ROMANO GUATTA CALDINI 06 nov 2020 06:00