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Brescia
di REDAZIONE 02 lug 2021 06:48

Il 2020 di Poliambulanza

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L'istituto di via Bissolati ha presentato ieri i numero dello scorso anno. Nonostante la pandemia che ne ha segnato l'attività, Poliambulanza ha continuato a rispondere ai bisogni del territorio

Neanche la pandemia ha fermato Poliambulanza. Anzi, nonostante il calo dell’attività complessiva, a causa del rinvio delle operazioni procrastinabili per far fronte all’emergenza, l’ospedale bresciano ha registrato un primato: 60.300 sono stati gli accessi al Pronto Soccorso, tra i più alti in Lombardia. Si tratta di un dato infelice perché indicativo dell’enorme numero di pazienti costretti a visita d’urgenza, ma anche sintomatico dell’enorme sforzo compiuto. In Poliambulanza, nel periodo che va dal 20 febbraio a fine aprile, sono stati ricoverati 2.108 pazienti per Covid, a fronte di 1.896 dipendenti, per un rapporto pazienti/dipendenti di 1,112. È questo uno dei dati più evidenti del bilancio 2020 che l’istituto di via Bissolati ha presentato ieri.

L’enorme dispendio di risorse necessarie per fronteggiare l’emergenza ha imposto, in Poliambulanza come in tutti gli ospedali chiamati a rispondere alla pandemia, una riduzione delle prestazioni non a carattere di urgenza. Nello specifico, nel 2020 il numero dei ricoveri è diminuito del 14,3%: se nel 2019 erano più di 31.800, nel 2020 sono stati circa 27.300 i pazienti ricoverati, per un totale di oltre 142mila giornate di degenza. Gli interventi chirurgici eseguiti hanno raggiunto quota 16.100. L’attività ambulatoriale ha subito una riduzione del 9,8% rispetto all’anno precedente. Complessivamente sono stati registrati 379mila accessi: 55mila sono riferibili al servizio di radiologia e diagnostica per immagini, 116mila al servizio di laboratorio analisi, 13.200 al servizio di endoscopia digestiva, 16mila al servizio di anatomia patologica e circa 3.000 ai Consultori Cidaf acquisiti nel 2017. Circa 470 sono stati i casi di malattie cerebrovascolari trattati, che per la maggior parte si riferiscono a ictus ricoverati in Stroke Unit.

Lo scorso anno sono stati circa 2.700 i bambini nati in Poliambulanza. In diminuzione del 30% il numero di accessi al Pronto Soccorso, circa 60.300, con una media di 165 accessi al giorno. Oltre al numero assoluto risultano in calo del 12% i codici rossi trattati (la media è di 5 codici rossi al giorno).

Sul fronte degli investimenti nel 2020 Poliambulanza ha impegnato quasi 11 milioni di euro per interventi straordinari. La parte più significativa è servita per fronteggiare l’emergenza Covid e per completare il nuovo blocco operatorio cardiovascolare “Alessandra Bono”.

“Il Bilancio dell’anno appena trascorso – ha affermato Mario Taccolini, Presidente di Fondazione Poliambulanza - riporta alla memoria le difficoltà che ci siamo trovati ad affrontare, causate dallo spaesamento dettato dalla novità di un nemico di cui non si sapeva nulla. Eppure, è proprio nei momenti di maggiore difficoltà che a volte si è disposti a dare di più. È così che la macchina organizzativa di Poliambulanza si è messa in moto per la gestione più funzionale possibile dell’emergenza, mentre tutto il personale si è attivato, anche a rischio di mettere in pericolo la propria vita, con un encomiabile senso di professionalità e umanità verso il paziente. Dal bilancio è emerso che nel picco pandemico il rapporto tra pazienti Covid ricoverati presso la nostra struttura e dipendenti è stato superiore a 1. Un dato molto alto, da cui si evince l’impegno gravoso richiesto, a cui nessun operatore si è sottratto. Proprio la coralità dell’impegno, ci ha consentito di trattare, nel 2020, 3.000 pazienti Covid e gestire 60.300 accessi in Pronto Soccorso”.

Nel bilancio 2020 Poliambulanza ricorda anche le azioni intraprese per contrastare l’epidemia.
Durante la prima ondata è stata tra  strutture a mettere a disposizione il maggior numero di posti letto per i pazienti colpiti dal virus: ne ha curati oltre 2000 e ha quasi quadruplicato i posti letto della Terapia Intensiva. Durante la seconda ondata, accanto alla presa in carico dei pazienti Covid bresciani, la riduzione della pressione pandemica sulla città, ha permesso alla Poliambulanza di essere di sostegno all’intera regione: il 60% dei pazienti proveniva dalle altre province lombarde e alcune unità mediche e infermieristiche sono state inviate all’Ospedale Fiera di Bergamo e al Centro di prevenzione Covid (a Brescia, in via Morelli).

Poliambulanza inoltre è stata di sostegno al Servizio Sanitario Regionale non solo per l’assistenza ai malati Covid ma, unitamente a questa attività, è stata incaricata dalla Regione come Centro di riferimento (Hub) per la Cardiologia interventistica, la Cardiochirurgia, la Chirurgia Vascolare.

Non è mai cessata l’attività del Punto Nascita (il sesto come numero di nati in tutta la Lombardia), né quella chirurgica più urgente, oncologica in particolare, unitamente all’oncologia medica e all’attività diagnostica e terapeutica correlata (Diagnostica per Immagini, Medicina Nucleare, Radioterapia, Anatomia Patologica e Medicina di Laboratorio). E il Dea di II livello ha sempre svolto la propria funzione, seppur impegnato in modo massivo coi pazienti Covid.

L’ospedale di via Bissolati, poi, ha creato un ambulatorio per seguire il decorso dei pazienti precedentemente ricoverati per Covid, da cui è emerso un dato notevole: il 40% presentava degli strascichi fisici o neuro-psicologici.




REDAZIONE 02 lug 2021 06:48