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Brescia
di ROMANO GUATTA CALDINI 02 ago 2021 07:54

Il mondo femminile passa attraverso la street art

Nata a Roma, ma con un forte legame con Brescia, Alice Pasquini, in arte “Alicè” (nella foto di Accursio Graffeo), ha incominciato a dipingere sui muri da adolescente, quando ancora non si parlava di street art. Poi, quando questa è diventata un fenomeno mondiale, anche lei ha spiccato il volo, come uno dei suoi soggetti femminili che campeggiano sulle superfici urbane, nelle gallerie e nei musei delle più prestigiose città del mondo: Sydney, Mosca, Singapore, Amsterdam, Londra, Berlino, New York, Buenos Aires, Barcellona, Copenhagen, Marrakech, Saigon, Roma e Napoli sono solo alcune delle metropoli dove è stata chiamata a realizzare le sue opere. Parliamo di superfici di palazzi di 6 piani, anche se non mancano interventi più minimali. Sono oltre mille i murales nati dalla sua sensibilità verso il mondo femminile.

“La mia arte – sottolinea – nasce dalle relazioni, parla dei rapporti umani, racconta storie molto private in uno spazio pubblico. Perché dipingere figure femminili? Come artista e in quanto donna non potevo non notare la mancanza di una narrazione di questo tipo nel panorama urbano. I colleghi spesso ritraevano le donne facendo risaltare esclusivamente il lato estetico. Nelle mie opere, invece, rappresento figure femminili vere, nelle quali possono riconoscersi anche altre donne. Tutto nasce dalla volontà di rappresentare un linguaggio diverso da quello esistente, sia nei soggetti sia nella modalità pittorica”. La street art ha, per sua natura, una valenza sociale. E anche in questo caso Alice Pasquini è riuscita a distinguersi rifondendo di un senso comunitario diversi luoghi delle città. In questo frangente si collocano le sue collaborazioni con “Save the children”, “Unicef” , con istituti penitenziari femminili come anche con centri di accoglienza per minori: “Sono luoghi – spiega – in cui il muro ha una sua funzione coercitiva e dipingerlo è, un po’, una sorta di attraversamento”. Sono state diverse, negli anni, le collaborazioni di Alice Pasquini con la Caritas diocesana, nello specifico con Casa Betel, con la comunità di vita dove molte donne “ferite” hanno trovato rifugio. Proprio la realtà di via Vittorio Emanuele II si è affidata all’artista di fama internazionale, nel 2020, per la realizzazione di bomboniere solidali realizzate dalle donne qui accolte. “Era un’iniziativa legata all’inclusione lavorativa – sottolinea – che offriva un collegamento reale con l’esterno. E questo è un aspetto tutt’altro che secondario. Ho seguito il progetto di ‘Casa Betel’ sin dall’inizio. È una realtà che si avvicina particolarmente alla mia poetica. Dato, purtroppo, l’aumento dei casi di violenza nei confronti delle donne, è fondamentale l’esistenza di luoghi come questo”.

ROMANO GUATTA CALDINI 02 ago 2021 07:54