La storia? Si studia sul palco
Lo spettacolo “Io, Emanuela. Agente della scorta di Paolo Borsellino” per gli studenti del Perlasca di Idro

La rassegna teatrale “Altri Sguardi” ha proposto nei giorni scorsi un altro appuntamento con lo spettacolo: “Io, Emanuela. Agente della scorta di Paolo Borsellino” proposto agli studenti dell’Istituto Giacomo Perlasca di Idro.
Emanuela Loi a soli 24 anni venne nominata scorta di Paolo Borsellino. Un incarico forte, importante ma altrettanto pauroso. Il giorno del giuramento alla scuola Allievi Agenti di Polizia di Stato di Trieste, il suo superiore annuncia la sua prima (e unica) missione: Palermo, la città dove viveva la mafia. Emanuela era appena una giovane donna, che come tutti sentiva dai telegiornali le continue disgrazie, morti e catastrofi, passate alla storia come “anni di piombo”. Emanuela ha iniziato la sua carriera con il servizio di polizia, quando pochi giorni dopo il 23 maggio 1992, la riconosciuta “Strage di Capaci”, venne nominata come scorta del braccio destro dell’onorevole Falcone: Paolo Borsellino. Paura e panico dominarono quella mente giovane ma densa di onere e forza, coraggio e tenacia. “E lei dovrebbe proteggere me?”- gli chiese Borsellino – “Dovrei io proteggere Lei”. È noto che Paolo Borsellino usciva di nascosto senza scorta. Voleva esporsi come bersaglio per evitare la morte di coloro che lo custodivano, ma alla mafia colpire il singolo non piace, la mafia vuole creare caos e disordine, vuole uccidere gli onesti.
La performance di Laura Mantovani ha ripercorso le tappe più importanti di Emanuela, ma non solo: il maxi processo di Palermo, l’uccisione di molti esponenti del Pool antimafia, le varie stragi e episodi violenti di quel periodo storico. È uno spettacolo che ha come principio fondamentale la legalità che si crea dalle scelte che ognuno di noi può adottare nel quotidiano. La forza e il coraggio di dire no alle ingiustizie, no all’illegalità e no alla violenza. Un’esperienza travolgente e d’impatto. La sala era colma di studenti in silenzio, tutti riuniti e attenti ad uno dei momenti più tristi d’Italia. È il 19 luglio 1992, le 16.57 del pomeriggio in Via D’Amelio :“Ho sentito il mio corpo dividersi, mi alzavo sempre di più e vedevo la Mia Sardegna.. e infine casa mia, ancora illuminata prima di imbrunirsi completamente”. Pochi mesi dopo, Emanuela sarebbe diventata zia. La nipote si chiama in suo onore Emanuela Loi e come lei, è poliziotta.
Tangibile sui volti degli studenti presenti allo spettacolo le emozioni suscitate dal racconto di Laura Mantovani che hanno permesso loro di confrontarsi non solo con la vicenda di una giovane donna che ha servito sino alle estreme conseguenze lo Stato, ma anche con una stagione della storia nazionale non ancora troppo lontana "anagraficamente" dai loro vissuti, ma ancora molto attuale
